Centrale a biomasse chiesto un risarcimento di nove milioni di euro

sabato
30 giugno 2018
Testata:
TIRRENO PISA
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1-I

PRIMA GRANA PER IL NUOVO SINDACO

II ricorso al Tar presentato dalle società dell’impianto di Ospedaletto

Una richiesta di rimborso che sfiora i 9 milioni di euro. La grana arriva sul tavolo del fresco sindaco Michele Conti. A pretendere il maxi-risarcimento sono le società protagoniste del progetto per la costruzione di una centrale a biomasse a Ospedaletto. La cifra è così elevata perché, in sostanza, si imputa al Comune di Pisa di aver tergiversato nella concessione del via libera tanto da far perdere alcuni bonus economici contenuti in un decreto ministeriale. Il ricorso è stato presentato al Tar dalla società agricola Futuro Verde Srl, proprietaria dei terreni dove dovrà sorgere la centrale, e dalla società agricola Byomass Srl, che si occupa della gestione dell’impianto. Tra i soggetti ad essere chiamati in causa, oltre al Comune di Pisa, c’è la Pro loco di Coltano.

II ricorso al Tar è stato presentato dalle due società protagoniste dei progetto per l’impianto di Ospedaletto

Francesco Loi/PISA

Una richiesta di rimborso che sfiora i 9 milioni di euro. La grana arriva sul tavolo del fresco sindaco Michele Conti. A pretendere il maxi-risarcimento sono le società protagoniste del progetto per la costruzione di una centrale a biomasse Ospedaletto. La cifra è così elevata perché, in sostanza, si imputa al Comune di aver tergiversato nella concessione del via libera tanto da far perdere alcuni bonus economici.

Il ricorso è stato presentato al Tar dalla società agricola Futuro Verde Srl, proprietaria dei terreni dove dovrà sorgere la centrale, e dalla società agricola Byomass Srl, che si occupa della gestione dell’impianto. Tra i soggetti ad essere chiamati in causa, oltre al Comune, c’è la Pro Loco di Coltano.

La vicenda parte da lontano. È il giugno 2014 quando la Byomass presenta agli uffici comunali la documentazione per attivare la Pas (Procedura Autorizzativa Semplificata).

La società, in altre parole, chiede a Palazzo Gambacorti il permesso per realizzare la centrale, allora ipotizzata in via Lavoria, a Coltano. Dove si solleva la protesta dei comitati locali, ma una discussione si apre anche all’interno del consiglio comunale, così la Byomass (nel luglio di due anni fa) propone formalmente agli uffici comunali lo spostamento dell’attività nella vicina via del Caligi, che si trova ad Ospedaletto.

Nel frattempo il procedimento autorizzativo, compresa questa variazione, va avanti. Arrivano i nulla osta della Regione e di Enel Distribuzione. A fine 2016 l’iter sembra dunque giunto alla parte conclusiva, prima dell’ultimo parere comunale. Di fronte alle proteste dei residenti, il Comune frena e dichiara di voler aprire un percorso partecipativo sulla collocazione della centrale attraverso il Ctp3.

Da questo punto si alza il livello dello scontro, tanto che le società coinvolte si rivolgono al Tar. Il Tribunale si pronuncia nel dicembre scorso ordinando al Comune di esprimersi sulla domanda di approvazione del Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo-Ambientale. È il tassello che manca per poter cominciare a realizzare la centrale. Per il Tar, dunque, il Comune deve prendere una decisione senza ulteriori indugi. Infatti l’amministrazione si pronuncia il 5 gennaio 2018 con una delibera in cui approva il Programma.

Ma la vicenda non si chiude qui. Anzi si apre il capitolo che porta alla richiesta del maxi-risarcimento. Questo perché le due società ritengono di aver subìto danni ingenti. Il punto, secondo le ricorrenti, è che la mancata approvazione del Programma ha impedito alla Byomass di accedere in tempo utile ai benefici economici previsti da un apposito decreto ministeriale. Al Comune viene imputato di essersi espresso in ritardo nonostante fosse già in possesso di tutti gli elementi.

I benefici di cui non avrebbero usufruito sono quelli previsti dal decreto ministeriale del luglio 2012 che determinava un certo tipo di tariffa e bonus mlegati a cogenerazione e basse emissioni. Per questo le società avevano dovuto rivedere al ribasso il loro piano economico ed i ricavi ipotizzati.

La cifra del maxi-risarcimento deriva dunque da una serie di calcoli sui premi per tele-riscaldamento e basse emissioni e sui presunti mancati introiti. La differenza è di circa 8,9 milioni di euro. Intanto l’iter per la centrale è ripartito (con realizzazione prevista entro il gennaio 2019), ma i cocci precedenti, e che cocci, sono sul tavolo di Conti.

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