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Centro di prima accoglienza, ‘Una città in Comune’: “Una ristrutturazione mai iniziata”
E’ trascorso esattamente un anno da quando in Consiglio comunale è stata discussa la nostra interpellanza in merito alla ristrutturazione del centro di accoglienza di via Garibaldi e su quello che sarebbe stato il futuro di questo servizio. E a distanza di un anno, nonostante annunci e promesse da parte dell’assessore Capuzzi, è tutto fermo. Ricordiamo che la struttura è chiusa dal primo settembre 2013 e i lavori ad oggi non solo non sono ancora iniziati ma è anche difficile prevedere se e quando partiranno. Infatti ad oggi il bando per i lavori non è stato pubblicato, nonostante l’assessore Capuzzi un anno fa aveva garantito che entro febbraio del 2014 la gara sarebbe stata pubblica. Nulla di tutto ciò. L’unica cosa certa è che questo immobile, chiuso da oltre un anno e mezzo, si sta solo ulteriormente deteriorando e non c’è nessuna garanzia sui tempi con i quali si intende procedere per avviare l’intervento di ristrutturazione. Abbiamo così in questi giorni ripresentato una nuova interpellanza per avere chiarezza. Infatti per quello che abbiamo verificato non sono state fatte neanche le determine per gli impegni di spesa. L’unica certezza sono le delibere della Società della Salute pubblicate sul sito e un allegato in cui si indica quale percorso sarà intrapreso per recuperare le risorse necessarie. Al riguardo, in particolare, si prevede di recuperare co-finanziamenti del Comune di Pisa che l’ente ha garantito per progetti inseriti negli interventi programmati nel 2005-2006. Tra queste fonti di finanziamento, però, ad esempio c’è anche il progetto ministeriale Unrra di circa 70 mila euro, un finanziamento perso perché non speso nei tempi previsti e per le finalità dichiarate dal progetto. Inoltre per coprire tutte le spese dell’intervento si prevede che 100 mila euro siano erogati dal soggetto che gestirà il centro. Ma nulla si sa dei tempi e delle modalità con cui verrà assegnata questa gestione. A questo si aggiunge anche la scelta del Comune, le cui ragioni appaiono difficili da comprendere, di prendere in affitto un alloggio in via Gabriele D’Annunzio che svolge temporaneamente le funzioni della struttura di via Garibaldi. Perché rivolgersi al mercato privato in presenza di tanti immobili di proprietà pubblica inutilizzati senza nemmeno sapere quanto a lungo durerà l’affitto? L’altra ragione per cui presentiamo questa interpellanza è che prima della chiusura il centro accoglieva fino a 22 persone, nel nuovo progetto (come nella sistemazione temporanea di viale D’Annunzio) saranno solo 9 i posti a disposizione. In una fase in cui l’emergenza sociale, dovuta anche alla crisi, cresce sempre più, perché si diminuiscono i posti di una struttura che, dati alla mano, ha sempre avuto un’altissima frequentazione? Chi ha preso questa decisione e perché non vi è stato nessun confronto nelle sedi idonee se queste erano le intenzioni? Come mai si è deciso di chiudere la struttura prima di avere tutte le garanzie finanziarie per poter far partire i lavori e per di più senza una progettualità definita? Una città in Comune – Partito della Rifondazione Comunista
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