La sostanza è che i cittadini dovranno pagare due volte per un servizio essenziale come il centro di raccolta dei rifiuti di Porta a Mare e per di più per averlo, con tutta probabilità, nello stesso luogo della prima realizzazione: troppo lontano dai quartieri che dovrebbe servire. Tutto ciò perché l’amministrazione Filippeschi, dopo averlo realizzato con soldi pubblici, ha deciso di smontarlo per favorire l’insediamento di IKEA, e farlo rimontare a spese della Sviluppo Navicelli: purtroppo senza tutelarsi abbastanza viste le garanzie farlocche rappresentate dalle fideiussioni depositate dalla Sviluppo Navicelli.
La cosa assume però connotati ancora più gravi alla luce degli ultimi riscontri emersi dalle nostre ricerche. Se infatti sembrava già strano che la fideiussione che doveva garantire i lavori di spostamento del centro di raccolta avesse una data antecedente alla realizzazione del centro che poi sarebbe dovuto essere spostato, questa stranezza è stata confermata dalla data dell’atto firmato tra il Comune e la Sviluppo Navicelli, in cui è sancito che tale spostamento sarà a carico della Sviluppo Navicelli, che risale al Settembre 2012.
Un fatto strano, in quanto nel Settembre 2012 la stazione ecologica di cui si stabiliva lo spostamento ancora non esisteva!!!
Se, infatti, l’affidamento dei lavori risale al Luglio 2012, la determina di entrata in esercizio è del Gennaio 2013, e il centro di raccolta è stato inaugurato solo nel Febbraio 2013. In sostanza, si è portata a termine e si è inaugurata un’opera pubblica quando già si sapeva, da ben cinque mesi, del suo prossimo spostamento. Ma non sarebbe stato più serio interrompere le lavorazioni al momento della firma dello spostamento? Quanti soldi sono stati spesi per concludere la realizzazione del centro in via del Gargalone dopo che è stata deciso il suo smontaggio e trasferimento? Purtroppo in questa vicenda una sola cosa è chiara, ovvero la motivazione di questa presa in giro dei cittadini: di lì a pochi mesi, infatti, nel Maggio 2013, ci sarebbero state le elezioni comunali.
A ciò si aggiunge che grazie alla nostra inchiesta è emerso con chiarezza che nel caso delle fideiussioni della Sviluppo Navicelli depositate anche a garanzia di questo spostamento ci troviamo di fronte ad un caso di abusivismo finanziario in quanto la Union Credit Finanziaria spa con un decreto del Ministero delle Finanze era stata cancellata nel dicembre del 2008 dall’elenco delle società autorizzate dalla Banca d’Italia al rilascio di fideiussioni. Un fatto in sè gravissimo sia per quanto riguarda il comportamento della Sviluppo Navicelli e del suo amministratore unico Stefano Bottai, che in maniera reiterata nel 2009 e nel 2012 ha presentato in Comune carta straccia in cambio di permessi a costruire, sia per l’assoluta e sistematica assenza di controlli del Comune che, solo dopo le nostre denunce, ha fatto le verifiche con la Banca d’Italia e il Ministero delle Finanze.
Ma in realtà la vicenda è ancora più grave e ancora più pesanti sono le responsabilità sia dell’imprenditore Bottai sia del Comune di Pisa alla luce di quanto il nostro gruppo consiliare ha scoperto in questi giorni, e che l’amministrazione comunale si è guardata bene dal rendere pubblico.
Infatti la fideiussione della Union Credit Finanziaria spa prevedeva anche una coobligazione a firma dello stesso Stefano Bottai a garanzia della validità del documento che veniva rilasciato, con cui Bottai a partire dal suo patrimonio individuale copriva il valore della fideiussione. Anzi nelle stesse Condizioni generali della fideiussione all’articolo 13 la polizza prevedeva una clausola risolutiva espressa per la mancata sottoscrizione del coobligato che doveva essere allegata insieme all’elenco dei beni eventualmente escutibili.
Ebbene la coobligazione non è mai stata allegata da Bottai alla fideiussione, e al contempo l’imprenditore non ha mai consegnato l’elenco dei suoi beni. Per cui scrive la dirigente Tanini rispondendo a una nostra esplicita domanda: “la polizza senza la sottoscrizione del coobligato non avrebbe dovuta essere accettata da parte del Comune”. In altre parole il documento che Bottai ha consegnato al Comune era nullo, in quanto questi non aveva mai consegnato la coobligazione che lo rendeva valido.
In altre parole anche se la società finanziaria fosse stata regolarmene autorizzata e ancora esistente, il Comune non avrebbe mai potuto escutere questa fideiussione in quanto mancavano gli atti di coobligazione di Stefano Bottai.
Siamo di fronte, quindi, ad un imprenditore, che oggi siede nel CdA di Toscana Aeroporti, che in maniera reiterata ha portato in Comune fideiussioni farlocche che l’ente pubblico non avrebbe mai potuto incassare.
Riteniamo al contempo inammissibile questa ulteriore omissione da parte della giunta Filippeschi che non ha mai verificato nè reso pubblico questo ennesimo scandalo nella gestione di questa pratica da milioni di euro.
Tutto ciò, invece, viene alla luce solo grazie al nostro lavoro di inchiesta e obbliga sia il Comune sia la Sviluppo Navicelli, a partire dal suo ex-amministratore unico Bottai, a dei chiarimenti urgenti e doverosi.
Una città in comune
Partito della Rifondazione Comunista