sabato 19 aprile 2014, TIRRENO PISA Pagina: II
«Chiediamo giustizia nel nome di Zakir»
Oltre mille persone sfilano in memoria del bengalese ucciso con un pugno il corteo da piazza Vittorio fino alla prefettura. Gli amici: «Basta violenza»
«La giustizia vada fino in fondo». Lo grida al megafono Karim Al Fazlul, uno dei portavoce della comunità bengalese in mezzo a piazza Vittorio Emanule. Sono le 15,45, parte un corteo multietnico con oltre un migliaio di manifestanti. I bengalesi vogliono ricordare la morte del loro amico Zakir Hossain, avvenuta a seguito del pugno scagliato domenica sera dal giovane tunisino poi scappato in patria. Ma è loro intenzione anche chiedere verità e giustizia, come hanno scritto sui cartelli e gridano negli slogan. Gli sviluppi dell’indagine, con l’individuazione dei componenti del “branco”, cambiano fino ad un certo punto le motivazioni della manifestazione. Ma non una sola parola da parte di Fazlul è stata di attacco o offesa all’aggressore e alla comunità a cui appartiene. «Zakir è stato assassinato senza alcun apparente motivo – dice Fazlul -. Era appena uscito da lavoro, aveva lavorato tutto il giorno. Lavorava sette giorni su sette. E per cosa? Per un sogno e cioè vivere del suo lavoro in Itali a e con quello mantenere la sua famiglia in Bangladesh».
Il bengalese. Mentre il corteo si muove verso Corso Italia, i bengalesi si rivolgono alle principali cariche cittadine e provinciali: «Chiediamo che la giustizia vada fino in fondo». Il riferimento è alla domanda di estradizione che la procura si è impegnata a richiedere. Parole di ringraziamento alle forze dell’ordine arrivano anche da un altro rappresentante della comunità bengalese, Salini Mohamed: «Aiuteremo in tutti i modi possibile la giustizia, non vogliamo che i nostri figli che studiano e giocano in questa città si imbattano in futuro in altri gravi fatto di violenza». In testa al corteo uno striscione: “Pisa unita contro la violenza”. Il sindaco Marco Filippeschi dice: «E’ tutta la città ad essere colpita da questo atto di efferata violenza. E’ successo ad un cittadino bengalese, ma poteva accadere a chiunque. Non c’entrano razzismo o movida. Si tratta di pura e folle violenza».
Le comunità straniere. Mentre il corteo procede verso Ponte di Mezzo, Susanna Ceccardi, consigliere comunale di Cascina della Lega Nord, aggiunge: «Zakir era il volto buono dell’immigrazione, quella che ha fatto del lavoro il miglior modo dell’integrazione». In corteo anche molti rappresentanti di altre elle comunità stranieri. Mohamed Jahil, portavoce del centro culturale islamico di via delle Belle Donne, dice: «E’ morto un padre di famiglia, è morto per un pugno che è comunque un atto di violenza e ciò insegna che le conseguenze della violenza non sono prevedibili». Matar Ndiaje, della comunità senegalese, è arrivato fin sotto la prefettura, dove il corteo termina: «Avevamo già fiducia nella giustizia e ora l’abbiamo ancora di più perché in pochi giorni abbiamo almeno un nome. Giustizia deve esser fatta anche perplacare possibili frizioni all’interno delle comunità straniere a Pisa».
Il prefetto. Ad attendere il corteo in piazza Mazzini il prefetto Francesco Tagliente, che aprendo i cancelli della prefettura ha accolto la testa del corteo e ha dichiarato: «La comunità bengalese è tranquilla, pacifica e laboriosa e questa grande dimostrazione di solidarietà è la riconoscenza che Pisa vi tributa. La violenza che vi ha colpito, non poteva essere evitata con una pattuglia in più. E’ stata del tutto gratuita».
Ambasciatore. Il prefetto era reduce da un incontro con l’ainbasciatore del Bangladesh Shahdat Hossain. Così come il sindaco Filippeschi. L’ambasciatore ha ringraziato «Pisa per la solidarietà e lo sviluppo delle indagini. I bengalesi che vivono e lavorano qui si sentono parte della vostra comunità. Anche noi ci occuperemo della famiglia di Zakir».
Sottoscrizione. Aperto al Banco Popolare-Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa, Livorno, sede di piazza Dante Alighieri 1 un conto corrente su cui raccogliere i contributi di solidarietà alla famiglia di Zakir Hossain. Per garantire la massima trasparenza il conto è stato intestato “Notaio Bianca Corrias Solidarietà Famiglia di Zakir”. Il codice Iban è il seguente: 1T35-S-05034-14011-00000000 4949.
di Carlo Venturini