Ci siano garanzie per una reale accessibilità del servizio di buoni spesa

Questa è la lettera che, insieme ad associazioni del territorio, abbiamo mandato al Sindaco e alle Politiche sociali del Comune di Pisa.

Al Sindaco di Pisa
All’Assessora alle politiche sociali
Al Dirigente per le politiche sociali del comune di Pisa

Oggetto: Garanzie per una reale accessibilità del servizio di buoni spesa

Nella giornata di giovedì 2 aprile la giunta Comunale ha definito i criteri e le modalità operative per l’assegnazione dei Buoni alimentari per i nuclei familiari che hanno subìto una riduzione di entrate economiche a seguito dell’emergenza Coronavirus, nell’ambito degli interventi urgenti di solidarietà previsti dalla Ordinanza del 29 marzo scorso del Dipartimento della Protezione civile, che assegnano al Comune di Pisa 471 mila euro.

Tra i criteri stabiliti per la definizione dei soggetti che possono presentare domanda vi è quello di essere iscritti all’ufficio anagrafe del Comune di Pisa al 29 marzo 2020.

Alla luce della gravità della emergenza sociale determinata dalla tragica emergenza sanitaria che stiamo vivendo riteniamo sia importante che anche il nostro Comune definisca dei criteri i più ampi ed universalistici possibili, al fine di far sì che a questi sostegni possano avere accesso tutti i soggetti fragili di fatto presenti sul territorio.

Per questo alla luce anche dell’appello lanciato in queste ore dall’Asgi a tutte le amministrazioni comunali chiediamo che la Giunta comunale dia mandato agli uffici con gli strumenti che riterrà più opportuni di:

  • Includere in ogni caso tutti i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti, anche se titolari di un permesso di soggiorno breve, per non incorrere in violazioni delle norme di legge in materia provocando, oltre che una palese ingiustizia, un inevitabile contenzioso giudiziario.

  • Includere in ogni caso gli stranieri nella fase di rinnovo del permesso di soggiorno, tenendo conto che tutti i permessi in corso sono prorogati fino al 15.6.2020 (art. 103 DL 18/2020).

  • Includere anche gli stranieri privi di titolo di soggiorno, facendo riferimento al domicilio nell’ambito comunale sulla base delle informazioni reperibili anche tramite i servizi sociali.

  • Includere coloro che (italiani o stranieri) risultino privi di iscrizione all’anagrafe pur essendo effettivamente domiciliati nel comuni

 

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