Ma davvero riuscite a immaginarlo un mondo senza migranti? La paura è diventata la vostra fedele compagna di talamo e gli occhi faticano a trovare un fratello. Senza di noi finireste proprio male. Un mondo senza di noi somglierebbe a una giostra senza bambini, a un parco senza giochi. E dovreste cominciare da capo a cercare un altro nemico…
di Mauro Armanino
Provate ad immaginarlo. Un mondo senza di noi sarebbe ormai impossibile. Ci ritirassimo d’un colpo dalle vostre città e dalle vostre campagne. Dagli appartamenti dove i vostri vecchi pensano alla solitudine del giorno dopo. Dove scomparite in fretta di sera perché non sapete che fare del tempo che vi resta. Passate in fretta sulle strade per timore di incontrare qualcuno di sospetto. La paura è diventata la vostra fedele compagna di talamo e gli occhi faticano a trovare un fratello. Senza di noi finireste proprio male. Vi chiudereste senza scampo dietro le vostre feritoie con la luce filtrata dal sole senza calore. Più nessuno da ospitare per essere salvati dalla prossima guerra. La vostra frutta rimarrebbe senza mani e piedi per arrivare lontano. I vostri politici sarebbero obbligati a parlare un’altra lingua, differente da quella ristretta dall’odio che li trasforma in vincitori. Un mondo senza di noi somiglierebbe ad una giostra senza bambini e ad un parco senza giochi. Dovrete ricominciare daccapo ad industriarvi per trovare un altro nemico.
Nemmeno a pensarlo. Senza di noi che farebbero le vostre pulsioni umanitarie così sofisticate ed efficaci. Chi avreste da salvare, sistemare, accudire e infine catalogare. Come farebbe la vostra economia a funzionare senza l’apparato che avete, negli anni, elaborato per proteggervi. Ammettete che la vostra vita prenderebbe un’altra direzione. Vivere senza muri attorno, resi inutili come soprammobili, vi obbligherà a scrivere nello sguardo dell’altro senza cancellature. Non avrete altre scuse da accampare e dovrete fare i conti con la vostra storia. Eravate come noi, non fosse per la geografia che si è sposata con la storia da un’altra parte. Stesse barche, solo più grandi perché eravate più numerosi di noi a partire senza sapere dove. A dire il vero siete stati voi che, per primi, siete venuti a cercarci e da allora era nostra intenzione ricambiarvi la visita. Senza di noi avreste dimenticato quella porzione di voi che ha generato ciò che siete. Un mondo senza di noi, ammettiamolo, è difficile a pensare. Sarebbe come una domenica senza campane.