Oggi, giovedì 18 marzo, siamo davanti alla Prefettura di Pisa per ribadire al governo la centralità della didattica in presenza in condizioni di sicurezza.
Nel pieno della “terza ondata” del contagio da Covid-19, il sistema scolastico italiano paga un prezzo altissimo, ancor più che nello scorso autunno. La maggior parte degli studenti e delle studentesse del Paese viene lasciata a casa poiché, a differenza di qualche mese fa, la chiusura degli istituti colpisce tutti gli ordini scolastici, dai nidi d’infanzia alle superiori. Si tratta di lacune formative rilevantissime che colpiscono sia i più piccoli, privati di esperienze di gioco, di socializzazione e di apprendimento, sia i ragazzi e le ragazze più grandi, cui la didattica a distanza non riesce a fornire strumenti adeguati di confronto con i/le loro insegnanti e i/le loro compagni/e di classe.
Eppure, ancora una volta, l’apparato ministeriale continua a comportarsi come se nulla fosse successo, ignorando le drammatiche fragilità del sistema scolastico italiano che la pandemia ha messo sotto gli occhi di chiunque voglia vedere.
Ancora una volta decisioni fondamentali che dovrebbero essere frutto di una discussione condivisa in grado di coinvolgere tutte le cittadine e i cittadini interessati a cominciare dall’intera comunità educante, in tutte le sue diverse componenti, vengono assunte come un burocratico adempimento di routine.
Ancora una volta, nel pur difficile bilanciamento tra sicurezza, qualità educativa e necessità di risparmio, a rimetterci sono i diritti allo Studio e alla Salute, in assoluto disprezzo della Costituzione e delle tante reiterate e retoriche dichiarazioni di politici e amministratori.
Denunciamo quindi la scelta di applicare pedissequamente nella formazione delle classi i parametri fissati dal DPR 81/2009, malgrado gli impegni formali assunti dal Ministero di procedere a una loro revisione per superare il sovraffollamento delle classi, garantendo anche il necessario aumento di docenti e ATA.
Addirittura al momento non è prevista neanche quella parziale possibilità di adeguamento per ridurre i rischi di contagio che almeno teoricamente era stata ipotizzata lo scorso anno scolastico. In queste settimane, gli uffici del Ministero dell’Istruzione, ai vari livelli stanno procedendo alla definizione delle classi e degli organici per il prossimo anno scolastico: chiediamo quindi che si proceda senza indugi a:
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rivedere i criteri di composizione delle classi riducendo significativamente il numero di alunne ed alunni, in particolare in presenza di studentesse o studenti con disabilità, al fine di garantire una didattica efficace e pienamente inclusiva e in piena sicurezza, non solo epidemiologica;
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incrementare l’organico scolastico sia docente sia ATA, in modo da garantire la presenza di tutto il personale docente già dal 1 settembre 2021
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trasformando l’organico di fatto in organico di diritto,
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stabilizzando rapidamente i docenti precari con almeno tre anni di servizio attraverso un percorso transitorio:
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istituendo di un sistema di formazione e reclutamento, univoco e stabile nel tempo
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disporre un piano straordinario nazionale per l’edilizia scolastica che utilizzi innanzitutto le risorse disponibili per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e che doti finalmente il paese di strutture scolastiche moderne, efficienti, capienti e sostenibili dal punto di vista ambientale.
Se una scuola sicura ed efficace non si costruisce dall’oggi al domani ed è il risultato di scelte di politica generale, siamo tuttavia ugualmente consapevoli che la diffusione dell’epidemia di Covid19 si combatte qui e ora, con misure precise, concrete ed efficaci.
In provincia di Pisa, per il momento, prosegue il piano di apertura avviato dopo la pausa natalizia, con la didattica in presenza fino alle scuole medie e al 50% alle superiori. Si tratta, tuttavia, di un equilibrio fragile, minato da tanti contagi tra alunni/e e personale scolastico, che costringono a provvedimenti di “quarantena” che spesso lasciano gli istituti privi di un numero adeguato di docenti per garantire le lezioni in presenza. Per di più, l’ASL ha sempre più difficoltà a tracciare i casi di positività al virus e aumentano i ritardi nel disporre l’isolamento per le persone che sono state in contatto con i contagiati, mentre nessuna notizia si ha sull’efficacia o meno delle misure prese per ridurre l’affollamento sui mezzi di trasporto pubblici, che pure dovrebbero essere uno dei cardini della strategia anti-Covid.
Chiediamo quindi nell’immediato:
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il potenziamento del sistema di tracciamento dei contagi da parte dell’Asl, affiancando maggiori unità di personale a quelle attualmente impiegate, in particolare nelle scuole;
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la ripresa, in piena sicurezza e trasparenza sugli eventuali effetti collaterali, del piano vaccinale per il personale scolastico così da giungere alla completa copertura, almeno per le prime dosi, entro la metà di aprile;
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che il governo si adoperi in tutte le istanze internazionali in modo che si giunga al più presto ad una sospensione dei diritti sulla proprietà intellettuale dei vaccini, al fine di aumentarne produzione e distribuzione;
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la diffusione costante e tempestiva dei dati sul monitoraggio dell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico – così come avviene per il progetto di screening anti-Covid “Scuole sicure” – in particolare in considerazione degli effetti di questo monitoraggio sul mantenimento o meno delle linee aggiuntive di autobus, che non può comunque mai essere una decisione unilaterale della CTT, ma deve essere sempre il prodotto di un percorso condiviso con le autorità politiche e amministrative e le istituzioni scolastiche;
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la fornitura, per il personale scolastico che ne faccia richiesta, di mascherine FFP2 e la garanzia in ogni caso per studentesse, studenti, personale ATA, docenti e dirigenti di DPI adeguati al loro uso continuativo per più ore nella giornata scolastica (es. mascherine con elastici, stringinaso e vestibilità adeguate, etc); per quanto riguarda la fornitura agli/alle alunni/e, chiediamo inoltre di tenere conto delle caratteristiche diverse adatte ai diversi ordini di scuola (mascherine di misura ridotta per bambini/e etc); tale misura consentirebbe non solo una maggiore efficacia nel contenimento del virus ma impedirebbe la duplicazione degli acquisti, spesso resasi necessaria a causa della scarsa o nulla indossabilità delle mascherine fornite dalla struttura commissariale;
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individuazione di spazi pubblici a disposizione delle scuole, attraverso la creazione di un tavolo che veda coinvolti enti locali, prefettura, istituzioni scolastiche e universitarie, organizzazioni sindacali e di categoria.
Cobas Scuola Pisa, Coordinamento Nazionale Precari Scuola – Pisa, Gilda degli insegnanti Pisa, Il Barone Rampante – Associazione per lo Stato di Diritto e la Società laica e plurale, Rifondazione Comunista Pisa, Snals Pisa, Uil Scuola Pisa, Una città in comune