Crocifisso nelle scuole e in Comune, contro la crociata leghista difendiamo lo Stato laico

Che di questi tempi fosse in atto un attacco al principio di laicità dello Stato ci era già chiaro: le mozioni contro la legge 194, presentate in vari consigli comunali, e in certi casi approvate come a Verona, ne erano già un segno. E ne è un segno anche la proposta di legge a primo firmatario il senatore leghista Pillon, su bigenitorialità perfetta, mediazione familiare obbligatoria e quant’altro, che in realtà altro non è che un violento attacco al diritto al divorzio. In sostanza, due dei capisaldi dei diritti laici conquistati con determinazione e fatica negli anni ’70, ossia aborto e divorzio, sono attualmente messi pericolosamente in discussione.

Non stupisce dunque che Forza Italia abbia presentato una mozione che prevede l’esposizione del Crocifisso nella sala del Consiglio Comunale. E che la Lega, non abbastanza contenta, abbia a sua volta presentato un emendamento che impone che il Crocifisso sia affisso anche nella sala del Sindaco, degli Assessori, della Giunta, del presidente del Consiglio Comunale, nonché (fatto gravissimo!) in tutti gli istituti scolastici di competenza comunale.

Non stupisce, ma preoccupa. Preoccupa la sostanza, ma anche il linguaggio, carico di oscurantismo, di riferimenti al simbolico, anche mistificatorio, se si fa riguardo al principio di laicità, stravolto nella sue essenza. E fatto coincidere con “l’humus culturale italiano ed europeo” (l’Europa ovviamente si utilizza alla bisogna!), fondato sul “messaggio proveniente dalle antiche e comuni tradizioni spirituali”. Comuni a chi? E preoccupa, molto, il fatto che ieri in consiglio comunale a votare contro questa mozione integralista e oscurantista sia stato solo il nostro consigliere comunale. Il resto del consiglio si è diviso tra chi ha votato a favore, la maggioranza, e chi, assumendo una posizione da Ponzio Pilato (tanto per rimanere in clima religioso!), si è astenuto o è uscito dall’aula.

E che la mozione approvata ieri sia permeata di integralismo religioso, lo dimostra la vicenda della Moschea, per la quale la Giunta si sta adoperando in tutti i modi affinché non venga costruita, facendosi beffa anche della nostra stessa Costituzione. Alla luce di questo, i richiami alla “solidarietà, tolleranza, fratellanza e giustizia” suonano come profondamente ipocriti, visto che in realtà ciò che si vuole affermare è la supremazia di un unico credo. Ossia la religione di Stato.

Per quanto ci riguarda, coerentemente anche con quanto scritto nel nostro programma con cui ci siamo presentati alle scorse elezioni amministrative, individuando talune proposte ‘laiche’, continueremo a batterci affinché il principio della laicità dello Stato prevalga su ogni tentativo di asservire le istituzioni a precetti religiosi, anche nella loro simbologia. Forti anche, da ieri, della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che, stabilendo che lo Stato italiano debba recuperare l’Ici non pagata dalla Chiesa, ha di fatto sancito che la laicità è uno dei principi cardine di uno Stato democratico.

 Diritti in comune (Una città in comune – Rifondazione comunista – Pisa Possibile)

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