Dalle mura di Pisa due proposte per la città

 

 

Carta dei musei e Codice etico e deontologico per gli operatori delle cultura

Dunque ci siamo: dopo anni in cui il camminamento delle mura di Pisa è stato aperto al pubblico gratuitamente grazie ai volontari in occasioni eccezionali, guarda caso sempre a ridosso di elezioni o referendum, il 18 maggio scatta l’apertura definitiva. Se ne occuperà l’associazione di imprese formata da Società Cooperativa Culture, Itinera e Promocultura, che si è aggiudicata la gara e che ha avviato una campagna di assunzioni che porterà all’impiego di “20 operatori specializzati nell’accoglienza e promozione turistica”.

D’ora innanzi si pagherà un biglietto di € 3, € 5 con app, gratuito per disabili, accompagnatore di un portatore di handicap, insegnanti accompagnatori (2 ogni 15 studenti), bambini fino a 8 anni, guide e disoccupati. Tuttavia a un mese dalle elezioni il sindaco ha annunciato che per tutto il 2018 sarà garantito l’ingresso gratuito ai pisani. Ciò sarà possibile grazie all’acquisto da parte del Comune di 10.000 biglietti (al costo di € 30.000), ma se i pisani, tutti e 90.000, salissero in massa sul camminamento cosa accadrebbe? E se, al contrario, i cittadini snobbassero questa possibilità, si butteranno via i soldi? La giunta Filippeschi ci ha abituati all’improvvisazione totale, senza un straccio di progettualità, fingendo di non ricordare che per il “restauro” delle mura sono già stati spesi circa € 10 milioni di soldi pubblici.

Sia chiaro che anche noi vogliamo la gratuità per i residenti e non solo per il camminamento sulle mura, ma anche per musei e monumenti di proprietà comunale e pure uno sconto per salire sulla torre (il biglietto di € 18 oggi non prevede riduzioni). Il nostro programma prevede la creazione di una Carta dei Musei con biglietto unico o riduzioni in occasioni di mostre temporanee, che interessi il maggior numero di istituzioni possibile (Opera della Primaziale, Università, MiBACT, Fondazione Palazzo Blu). Tale Carta dei Musei dovrà rivolgersi in primo luogo ai residenti con una sorta di abbonamento annuale che permetta l’accesso ai siti, ma anche ad eventi culturali, non solo per il patrimonio civico, auspicabilmente anche per i luoghi della cultura di proprietà di altri soggetti.

Un altro punto nodale del nostro programma è l’approvazione di un Codice etico e deontologico per gli operatori delle cultura come per tutti gli altri lavoratori, al fine di garantire massima trasparenza nella gestione dei fondi e delle gare. Questo perché ogni anno l’Università di Pisa forma archeologi, storici, storici dell’arte, ecc., che poi faticano a trovare un lavoro dignitoso. Ad oggi non sono chiare le modalità con cui verranno individuati i venti “operatori specializzati”: quale formazione dovranno avere, storico-artistica o genericamente di promozione turistica? E soprattutto quali saranno le loro condizioni contrattuali? Di questo non siamo riusciti a trovare informazioni.

Siamo dunque felici delle assunzioni ma chiediamo garanzie e invitiamo tutti a partecipare alla Seconda Assemblea Nazionale della piattaforma Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali, che si terrà domenica 29 aprile in città al Polo Etruria.

 

Una città in comune

Possibile

Rifondazione Comunista

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