Gli impatti ambientali della Darsena Europa e la questione della maleodoranze a Calambrone. Sono questi i due argomenti, rispettivamente depositati nell’agosto e nel settembre di questo anno dal nostro gruppo consiliare che saranno finalmente al centro della discussione della Prima Commissione Consiliare che si svolgerà domani alle ore 17.30.
Ancora una volta la questione della tutela ambientale, della difesa del territorio dalle grandi opere e della salute della cittadinanza sono prioritari nella nostra azione politica, riportando questi temi al centro del confronto anche nelle istituzioni.
Sulla questione delle maleodoranze a Calambrone, riguardo alle quali abbiamo anche fatto un incontro con la Prefetta a fine settembre consegnandole un dossier sulle pesanti criticità dovute all’inquinamento causato dagli stabilimenti chimici attivi nell’area industriale di Stagno, porteremo in votazione la richiesta di una riunione congiunta delle commissioni competenti dei comuni di Pisa, Livorno e Collesalvetti, per discutere la situazione e le azioni da intraprendere in modo da superare le criticità e tutelare l’ambiente, la qualità della vita e la salute delle persone che abitano in aree prossime al polo chimico imperniato sulla raffineria Eni di Stagno e al porto di Livorno. Ricordiamo al riguardo che questa richiesta è stata già approvata nelle scorse settimane dal Consiglio comunale di Collesalvetti.
Molto critica è anche la situazione inerente la Darsena Europa. Infatti, se già dalle informazioni iniziali era chiaro che si trattava di un intervento faraonico, con costi e impatti ambientali elevatissimi e ricadute socio-economiche molto poco chiare, ora vediamo che le previsioni di spesa si stanno gonfiando a dismisura, così come si stanno presentando all’orizzonte modifiche che aggraveranno gli impatti ambientali.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Matteo Paroli, segretario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale (AdSP), dalle analisi è emerso che i fanghi da dragare non sono compatibili col ripascimento previsto oltre Calambrone a causa della granulometria e della presenza di microorganismi. Da qui l’idea di conferirli nella vasca di colmata prevista, che però a questo punto dovrà essere ampliata. Così, non solo gli effetti sull’ambiente risultano più gravi ma emerge anche che quella del ripascimento era una vera e propria bugia: non era infatti difficile immaginare che i fanghi non potessero essere utilizzati secondo le previsioni iniziali.
E non è tutto: adeguare il progetto, anche a causa del rincaro dei costi dei materiali edili legato alla congiuntura internazionale, comporterà un aumento dei costi stimato in 70-80 milioni di euro. Ad ora l’opera già costerebbe 450 milioni di euro (200 dalla Regione, 200 dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e 50 dal Cipe).Ma quello che conta, come avevamo già denunciato, è muovere i soldi.
Abbiamo già a più riprese messo in discussione non solo il fatto che la Darsena Europa sia strategica, vista l’inesistenza nel nostro Paese di una pianificazione dello sviluppo di porti e relative infrastrutture e la conseguente concorrenza di altri rilevanti e crescenti poli portuali, ma anche sostenibile, considerata la rilevanza degli impatti di cui sarebbe responsabile.
Ma centrosinistra e centrodestra continuano a non pensare ad altro che al solito vecchio e disastroso “sviluppo”: sfruttare le risorse fino prosciugarle e distruggere irreversibilmente mare e territorio col chiodo fisso di competere con i confinanti (ma in questo caso i porti che perderanno la competizione cosa diventeranno?). Tutto per arricchire in realtà davvero pochi, mentre i più dovranno pagare le conseguenze nefaste di queste visioni rovinose.
I fondi disponibili devono essere utilizzati per una proposta diametralmente opposta a quella della Darsena Europa, quella sì strategica: recupero ambientale, difesa dei litorali, protezione e miglioramento della biodiversità, economia sostenibile a servizio della comunità locale con la creazione di lavoro giusto e sicuro in cooperazione con le altre comunità.
Una città in comune
Rifondazione Comunista