Darsena Europa: l’alternativa è tra la cultura delle schiacciasassi del Pd di Giani e la cura delle economie locali che rispettano le risorse naturali

Ci sono domande fondamentali sulla Darsena Europa che poniamo da anni. La prima: a cosa serve quest’opera gigantesca, pensata senza essere inserita in una strategia nazionale sui porti e sulle infrastrutture? La seconda: come si può valutare quale sia la cosa migliore per il territorio sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista socio-economico, se possibili alternative non sono mai state seriamente approfondite? La terza: come si risolvono tutti i nodi infrastrutturali che si pongono nel caso l’opera sia realizzata, che studi di impatto ambientale e socio-economico ci sono che tengano adeguatamente conto di tutto questo?

A queste tre domande da chi governa e sostiene l’opera non vengono fornite risposte complete e chiare. E quindi ne sorge una quarta: è giusto leggere ogni cosa in funzione di un progetto che è così campato per aria, peraltro in sicura competizione con altre possibilità di sviluppo economico e con altri porti italiani? E qui la risposta è semplicissima: un no senza appello, a partire dalla logica delle compensazioni, che notoriamente non compensano proprio nulla rispetto ai danni irreversibili che dovrebbero controbilanciare.

Ricordiamo gli ultimi dati disponibili: costo dell’opera intorno al miliardo con la prospettiva di ulteriori aumenti per 80 ettari dedicati al porto contenitori e 120 ettari a mare per il terminal RoRo, 16 milioni di metri cubi di sedimenti da dragare, fondali interni a -16 metri (con opere di banchina predisposte per fondali a -20), piena operatività con navi portacontainer Neo-Panamax, compatibilità con portacontainer Mgx-24, superficie del terrapieno di colmata di 120 ettari, lunghezza della diga nord oltre 4.000 metri, più la nuova diga della Meloria di 750 metri e una larghezza della nuova imboccatura di circa 300.

A fronte di tutto questo la febbre delle infrastrutture, che non è mai scesa, sale di giorno in giorno. Ma che ci vogliamo fare? Eugenio Giani dice “vedo in questo scalo delle straordinarie potenzialità”. Un parere tecnico e politico meditato e profondo, sottolineato dalla bella foto sopra uno schiacciasassi e da un richiamo a Ferdinando I de’ Medici e al Buontalenti. E così si prevede anche un “impegno forte” anche per la FI-PI-LI. E poi lo scavalco della ferrovia per collegare il porto e retroporto… D’altro canto, non si possono mica fare le cattedrali nel deserto!

Ovvio poi che, quando c’è da fare tutto questo, diano moltissimo fastidio “i tempi della burocrazia”, soprattutto – a noi sembra piuttosto chiaro – se con burocrazia si intendono le procedure di Valutazione di Impatto ambientale (VIA).

Ma, visto che le “vedute sono ampie”, si decide di coinvolgere anche il Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli: una concessione, si direbbe. Come se le secche della Meloria non fossero sotto la sua gestione, come se non lo fosse il litorale pisano, come se non esistesse l’area MAB UNESCO, come se tutto questo non entrasse in un’area soggetta a impatto ambientale. Era uno scandalo il fatto che il Parco non fosse coinvolto sin dall’inizio! Ora che il Ministero ha deciso di chiederne ufficialmente il parere, vorremmo ricordare al suo Presidente, Lorenzo Bani, che non si può semplicemente pensare che la Darsena Europa costituisca “un’opera importante per l’economia toscana che proprio per questo deve essere realizzata con la necessaria attenzione al territorio”.

No, il ruolo del Parco è molto più rilevante e non può, l’ente, semplicemente partire dall’accettazione dell’infrastruttura come base di lavoro, magari concentrandosi sulle compensazioni. Al contrario, questo ente può e deve coprire un ruolo strategico che riporti al centro la necessità di tutelare le risorse ambientali, gli ecosistemi, le specie e il paesaggio in un quadro socio-economico complesso che deve affrontare anche notevoli criticità dovute al cambiamento climatico. Perché su questa base si possono davvero soddisfare i reali bisogni delle comunità locali.

Per noi la tutela del litorale, un diverso sviluppo della costa che prescinda da grandi opere come la Darsena Europa, la valorizzazione del Parco sono punti fondamentali ed imprescindibili con cui ci candiamo alle prossime elezioni amministrative con un programma, quindi, nettamente differente dal centrosinistra e dal centrodestra del sindaco Conti, che già tratta le compensazioni.

Una città in comune

Rifondazione Comunista

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