A neanche un giorno dalla conversione in legge del decreto Minniti – Orlando sulla “sicurezza urbana” il sindaco di Pisa non solo si rallegra dei poteri che la nuova norma gli assegna, ma rivendica la paternità di molte delle idee presenti nel decreto. La cosa ci allarma ma non ci sorprende.
Da quando è governata da Marco Filippeschi, Pisa è diventata un laboratorio a livello nazionale delle politiche securitarie di centro-sinistra.
Le varie ordinanze adottate nel corso degli anni – da quella anti-borsoni, a quella anti-alcolici e anti-movida, fino a quella anti-bivacco – non hanno migliorato la qualità della vita in città, ma hanno accresciuto le diseguaglianze e acuito le tensioni.
Da un lato non si sono voluti affrontare i veri problemi della città – la carenza di spazi sociali, culturali e aggregativi, l’emergenza abitativa, la riduzione dei servizi pubblici, la disgregazione delle relazioni di vicinato in molti quartieri, la scarsa trasparenza dell’amministrazione, la restrizione della partecipazione, la disattenzione al patrimonio pubblico e al tessuto produttivo locale.
Dall’altro lato si è voluto dare la sensazione di rispondere al “senso di insicurezza”, acuito dalla crisi e dalla mancanza di politiche adeguate, allontanando da certe zone chi è considerato fonte di “degrado”. Il cosiddetto Daspo urbano, contenuto nel Decreto Minniti – Orlando, istituzionalizza questa politica fallimentare e iniqua: ci si illude, e si illudono i cittadini, che per risolvere i problemi di vulnerabilità sociale basti militarizzare il territorio, reprimere il dissenso e “ripulire” le strade dai soggetti marginali, magari spostandoli dal centro-vetrina verso le periferie, dove si sommerà disagio a disagio. Il tutto per strappare qualche voto alle destre e al Movimento Cinque Stelle.
Su questo terreno la distanza sarà sempre massima tra noi e chiunque voglia speculare sulla paura, senza agire sui problemi di fondo della città e della società. Ricostruire relazioni sociali fondate sulla giustizia, sull’uguaglianza dei diritti, sulla fiducia, sulla partecipazione, sulla solidarietà resta per noi l’unica strada per uscire dalla crisi, restando umani.
Una Città in Comune – Rifondazione Comunista