Lo scorso 6 ottobre, l’assemblea dei lavoratori del Comune di Pisa ha approvato lo stato di agitazione, perché, da tempo, e in particolare per le ultime scelte della Giunta, l’organizzazione Comunale non funziona, con conseguenze sui dipendenti e sui servizi.
Come da normativa, alla proclamazione dello stato di agitazione è seguita la procedura di raffreddamento e conciliazione in Prefettura. Il 31 ottobre la RSU ha discusso in assemblea la posizione assunta dall’Amministrazione e, giudicata insufficiente, l’assemblea del personale ha votato così per lo sciopero.
Da anni ripetiamo che questa situazione non è casuale, ma è un progetto consapevole delle classi dirigenti che consiste nella destrutturazione di ciò che è pubblico allo scopo di renderlo inefficiente per poi esternalizzarne i servizi. La Giunta Conti persegue con meticolosità questo progetto, tanto da indurre i lavoratori allo sciopero.
L’Assessore al personale Porcaro, nell’audizione in Prima Commissione di Controllo e Garanzia ha ovviamente rivendicato il fatto di aver operato nella “correttezza”, con una visione generale dei sevizi. Non è così ed è facile smentirlo.
La Giunta ha approvato il piano del fabbisogno del personale prima ancora dell’organizzazione dei servizi del Comune ( Macrostruttura) . E’ scontato che prima si devono fissare gli obiettivi da raggiungere, successivamente, verificare se per quegli obiettivi ci sono le competenze tra il personale interno, ed eventualmente, ma solo dopo, approvare o modificare il piano del fabbisogno del personale (assunzioni). Quella della Giunta è una procedura tutt’altro che “corretta”, sia sul piano sostanziale che formale.
Sempre in conseguenza all’approvazione della Macrostruttura si è proceduto con trasferimenti del personale non motivati da necessità professionali; si è previsto per la Polizia Locale un Funzionario e non un Dirigente, come esigerebbe la complessità e delicatezza del servizio.
Nonostante l’insediamento della Giunta a maggio, le linee guida del contratto decentrato dei dipendenti sono state approvate il 29 settembre. Ciò comporta un significativo ritardo nella contrattazione e, di conseguenza, nell’erogazione delle risorse.
Per ultimo, ma non per importanza, un mancato rispetto nelle relazioni sindacali. Se è vero che alcune materie non sono oggetto di trattativa, è vero che se si opera nell’ottica di garantire migliori servizi ai cittadini, è necessario che l’Amministrazione collabori e si confronti con tutti i soggetti e le professionalità coinvolte nell’organizzazione del Comune, senza assumere modalità “decisioniste” fine a sè stesse.
Per questo, e non solo, sosteniamo la scelta dei dipendenti comunali e lo sciopero.