Negli scorsi giorni abbiamo criticato duramente una tra le più bislacche decisioni del Sindaco Conti, che con una ordinanza ha imposto ai 2 supermercati collocati nelle traverse di corso Italia il divieto di vendita degli alcolici nelle ore pomeridiane e serali fino al 15 gennaio.
Si tratta di provvedimento che colpisce la clientela e i rivenditori senza incidere in nessun modo sul problema sociale reale.
Da molto tempo i luoghi oggetto del provvedimento della giunta sono il ricovero di persone fragili, spesso in stato di alterazione per l’assunzione di sostanze o di alcol: il perdurare, ed anzi, il peggiorare della situazione evidenzia chiaramente quanto scarso sia stato l’investimento da parte del Comune nel contrasto all’esclusione nel centro cittadino.
E’ invece necessario progettare soluzioni innovative che assicurino relazione e presenza, nei contesti di esclusione, di operatori formati, in grado di informare, orientare e intervenire per limitare i rischi sociali e sanitari. Per questo chiediamo che gli interventi a bassa soglia e di riduzione del danno non siano più oggetto di tagli, come avvenuto in questi anni, ma siano invece potenziati.
Ciò che la giunta continua ad ignorare è che questi interventi fanno parte dei livelli essenziali di assistenza: sanciscono cioè il diritto di ogni cittadino e cittadina a disporre di servizi e prestazioni a tutela della propria salute.
I LEA non sono, quindi, negoziabili: devono essere assicurati.
E allora? Questa giunta impone ridicole ordinanze per limitare (fino al 15 gennaio!) la vendita degli alcolici in due strade vicino a Corso Italia, chiude con grate e cancellini di ferro le strade a Tramontana e, ciliegina sulla torta, decide di intitolare una strada a Vincenzo Muccioli.
L’assessora ha anche organizzato una visita istituzionale a San Patrignano con altre consigliere della destra ed ha promesso di realizzare un centro di preaccoglienza. Alla dott.ssa Gambaccini suggeriamo la visione di SanPa, la docufiction in testa alla classifica di Netflix, così magari riesce a farsene un quadro più approfondito.
Ciò che rimane è un quadro preoccupante in città, reso ancora più complesso dal dilagare della pandemia: è di pochi giorni fa un intervento pubblico in cui il Servizio per le Dipendenze patologiche (SerD) ha denunciato una maggiore diffusione della dipendenza da alcol tra i giovanissimi e chiede percorsi educativi e maggiore investimento nella prevenzione.
E’ ora di finirle con ordinanze comiche. Occorre un potenziamo del servizio pubblico e degli interventi terapeutico riabilitativi, della prevenzione e della promozione degli stili di vita sani con particolare riferimento ai ragazzi e alle ragazze. E’ necessario investire e rafforzare tutti gli interventi per ridurre i danni dall’uso di sostanze.
Prevenzione, terapia, riabilitazione e riduzione del danno sono i quattro pilastri europei del contrasto alle dipendenze: questi sono gli strumenti, e queste sono le sole politiche efficaci da praticare.
Una città in comune