Diritti in Comune replica all’on. Ziello: “Chi è contro la regolarizzazione dei migranti sponsorizza lo sfruttamento”

La regolarizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori stranieri presenti in Italia senza permesso di soggiorno è una misura di giustizia e di sanità pubblica. L’irregolarità è una condizione subita e non scelta, causata dalle politiche restrittive in materia di immigrazione che i governi di centro-destra e centro-sinistra si ostinano, d decenni, a portare avanti. Questa condizione espone i migranti a forme gravi di sfruttamento lavorativo e di segregazione abitativa; li spinge verso la piccola criminalità; priva le casse dello Stato di almeno 1 miliardo l’anno di mancate tasse e contributi.

In piena emergenza sanitaria, la regolarizzazione assume una valenza ulteriore: quella di consentire a tutte e tutti di avere accesso alla medicina di base ed ai dispositivi di sicurezza individuale. Una misura fondamentale per scongiurare l’esplosione di nuovi focolai di Covid-19 nella fase due appena iniziata. Così stando le cose, una regolarizzazione che funzioni deve essere generalizzata e non selettiva: non può riguardare soltanto alcuni lavoratori, nei settori in cui ci serve manodopera. Inoltre deve essere permanente, e non a tempo: non può far ricadere nella irregolarità dopo pochi mesi. Per portare avanti questa idea di regolarizzazione, abbiamo depositato un ordine del giorno in Consiglio Comunale.

Conoscendo bene la propensione dell’onorevole Ziello per le dichiarazioni demagogiche, razziste e prive di qualsiasi conoscenza della realtà, non ci sorprendiamo che abbia attaccato duramente la regolarizzazione. Ciò fa parte del tristo personaggio che deve rappresentare, a beneficio dei suoi elettori e di una parte della cittadinanza disorientata e spaventata che, però, di tutto ha bisogno in questo momento salvo che di essere disinformata e manipolata.

Innanzitutto la tanto deprecata regolarizzazione non è la prima della nostra storia: alcune delle più grandi “sanatorie” di migranti irregolari si devono proprio ai governi della destra! Nel 2002, dopo l’approvazione della Legge Bossi-Fini, sono state regolarizzate ben 647.000 persone. Nel 2009, con il leghista Maroni come Ministro dell’Interno, le persone regolarizzate sono state circa 300.000.

Ziello non solo omette (come mai?) questa parte della storia, ma fa finta di non sapere (o non lo sa davvero?) che le 600.000 persone che potrebbero ricevere finalmente un permesso di soggiorno grazie alla regolarizzazione vivono e lavorano già in Italia da tempo, in media da due anni: non sono appena arrivate, e soprattutto non rubano il lavoro a nessuno. Circa 90.000 di loro sono diventati irregolari a causa della Legge Sicurezza voluta dall’ex ministro leghista Salvini, che ha abolito il permesso di soggiorno umanitario.

Quello che si auspica, con la regolarizzazione, è che queste persone siano meno vulnerabili allo sfruttamento selvaggio da parte di imprenditori senza scrupoli, facendo valere di più i propri diritti: il diritto ad una retribuzione rispettosa dei contratti di categoria; ad un orario di lavoro limitato secondo la legge; a condizioni di alloggio degne; a condizioni di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Chi, come Ziello, è contrario alla regolarizzazione è di fatto a favore dello sfruttamento e del caporalato.

Ziello finge di non sapere (o, ancora, non lo sa davvero?) che la penuria di manodopera nelle nostre campagne dipende dal fatto che esiste una illegalità diffusa: i salari sono troppo bassi; le giornate di lavoro sono troppo lunghe; le buste paga contengono meno ore di quelle effettivamente lavorate; molte persone lavorano senza contratto, in condizioni insostenibili. Per risolvere questo problema non basta affatto estendere l’uso dei voucher in agricoltura: non c’è, infatti, modo di controllare che il numero di voucher effettivamente dati dal datore di lavoro al lavoratore corrisponda alla quantità e alla qualità del lavoro eseguito. Si configura, con i voucher, il rischio di uno sfruttamento legalizzato.

Pur di difendere gli interessi della sua classe di riferimento, ossia gli imprenditori, specialmente quelli del settore agricolo, Ziello suggerisce agli italiani disoccupati di andare loro a lavorare nei campi al posto degli immigrati, per poche euro l’ora. Detto da chi, come deputato, percepisce un’indennità lorda di più di 11.000 euro al mese, più una diaria di circa 3.500 al mese, questa proposta suona davvero come una amara, inaccettabile beffa.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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