Dal suo insediamento, l’amministrazione comunale di Cascina (PI) guidata dalla destra e dalla Sindaca Susanna Ceccardi ha lanciato un attacco senza precedenti contro le pari opportunità, i diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali e i diritti delle loro famiglie.
Si va dagli ostacoli posti alle unioni civili ad una serie di scelte volte a contrastare la diffusione della cosiddetta “teoria gender”, alla volontà di eliminare la Commissione Pari Opportunità, “colpevole” di fare propaganda appunto di tale teoria e di utilizzare le scuole per un indottrinamento in questa direzione. Tutto questo è stato fatto alimentando paura delle differenze e disinformazione: basti dire che la tanto discussa teoria gender non è esiste né è riconosciuta dalla comunità scientifica. L’intervista all’Assessora Sonia Avolio, ieri apparsa sulla Nazione, conferma – se ce ne fosse bisogno – intenzioni e clima politico impostati dalla maggioranza cascinese.
Una conferma ulteriore? Per oggi è stata organizzata un’iniziativa dal titolo “Gendere e omodittatura – colonizzazione ideologica” e l’intervista all’assessora indica un appoggio politico evidente. I toni e la grafica dei manifesti prodotti per propagandare l’iniziativa sono antidemocratici e contro il pluralismo.
L’amministrazione di Cascina apre in questo modo la strada ad atteggiamenti violenti e mette in discussione i diritti delle minoranze. Costruisce così discriminazione e ostacola la libertà di pensiero e di espressione. Questa cultura dell’odio e del’oscurantismo non ha per noi cittadinanza in una società plurale e democratica.
Per questa ragione non si può che appoggiare l’idea realizzare un’iniziativa che parlerà di genere, identità e famiglie in senso allargato (quindi anche di quelle omogenitoriali), di diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Un’iniziativa che non casualmente si intitola “All we need is love”: perché le differenze costituiscono una ricchezza e quello che ci accomuna è il desiderio di amare e di essere amat* per quello che siamo.
Una Città in Comune e Rifondazione Comunista aderiscono e si riservano di chiedere atti ispettivi in Regione e in Provincia per quanto accadrà al teatro di Cascina che, per l’importanza che riveste, è di interesse regionale ed è finanziato con i contributi di tutte le cittadine e tutti i cittadini. Non deve essere ammissibile il suo utilizzo a scopi che non esitiamo a definire anticostituzionali.
Una Città in Comune e Rifondazione Comunista di Pisa