Dopo le minacce alla Casa della Donna, arrivano le ritorsioni contro l’Unione Inquilini

Dopo l’intimazione alla Casa della Donna di rimuovere i propri vertici, pena il taglio dei finanziamenti comunali, da parte dell’assessore Buscemi, arriva l’affondo dell’assessora Gambaccini contro l’Unione Inquilini. Anche in questo caso, viene attaccata un’esperienza associativa storica e importante della nostra città e non solo. Il messaggio che si vuole inviare è chiaro e preoccupante: solo chi è compiacente con la nuova amministrazione a guida leghista verrà ascoltato. Tutti gli altri verranno progressivamente inseriti in una vera e propria lista di proscrizione.

Durante l’ultimo Consiglio comunale, infatti, l’assessora Gambaccini ha motivato il rifiuto di audizione dei sindacati degli inquilini in Seconda Commissione consiliare permanente, per la discussione del Regolamento per l’emergenza abitativa, in quanto “questi personaggi hanno avuto l’ardire di criticarmi e di inviarmi dei suggerimenti con un elenco di punti, perché abituati così con la passata amministrazione”. Cercando così, come di consueto, di segnare una discontinuità con la giunta precedente, che tuttavia non c’è. Ieri come oggi le decisioni vengono prese in modo perentorio e dall’alto, senza ascolto, senza coinvolgimento delle parti interessate. Insomma, il tanto sbandierato ed inebriante cambiamento non è pervenuto.

Ancora una volta si prova a neutralizzare la rappresentanza e la partecipazione democratica dei cittadini, attraverso organizzazioni sindacali e associazioni, rei di esercitare il proprio sacrosanto diritto di proposta autonoma e di critica, peraltro previsto da normative nazionali e regionali, pretendendo, al contrario, sostegno acritico e obbedienza incondizionata alla linea dell’amministrazione. Persino l’invio di documenti e la richiesta di audizione in Commissione è respinta come forma di insubordinazione, punita con la chiusura di qualsiasi canale di confronto.

Simili comportamenti sono un indice degli interessi di parte che la destra vuole difendere, ma anche di un modello di governo di città tanto autoritario quanto fragile: è nostro compito farlo cadere quanto prima, rimettendo al centro la partecipazione, la trasparenza e la tutela dei ceti sociali più deboli.

Diritti in comune: Una città in comune – Partito della Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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