Elezioni, crolla l’affluenza

LA NAZIONE PISA; pagine 1-2 (di Guglielmo Vezzosi)
Nel primo giorno vota solo il 38,67%: calo di quasi 26 punti rispetto al 2008
CROLLA drasticamente anche a Pisa – di quasi 26 punti percentuali – l’affluenza alle urne per la tornata elettorale amministrativa che deve portare all’elezione del nuovo sindaco e al rinnovo del consiglio comunale. Alle 22 di ieri sera, orario di chiusura dei seggi nella prima giornata di votazione, avevano deposto la scheda nell’urna 27.814 pisani, pari al 38,67% rispetto ai 71.829 aventi diritto (divisi tra 33.741 maschi e 38.088 femmine). Un nettissimo calo sia rispetto alle amministrative del 2008 (al termine della prima giornata aveva votato il 64,27% pari a 47.750 elettori), sia rispetto alle politiche del 2013 (60,52% con 41.958 elettori). Il dato di ieri sera è peggiore anche di quello delle Regionali del 2010, la prova che negli ultimi anni risultava (fino a ieri) aver riscosso la minor attenzione da parte dei pisani. In quell’occasione comunque, alla domenica sera, aveva votato il 42,86%.
MA l’affluenza ai seggi è stata col contagocce per l’intera giornata. Alle 12, orario della prima rilevazione, aveva votato 1’11,21% degli aventi diritto (pari a 8.061 elettori) rispetto al 18,64% delle Comunali del 2008 e al 17,69% delle politiche dello scorso febbraio. Proseguendo nella giornata, alle 19 risultavano essersi recati ai seggi 21.600 elettori pari al 30,03%. Alla stessa ora nel 2008 la percentuale aveva già superato la metà degli aventi diritto con il 52,55% (39.047 votanti), alle Politiche di febbraio fu del 54,29% (37.369 voti espressi) e alle Regionali del 2010, sempre alle ore 19, fu del 32,92% (24.019 elettori). Per chi non ha ancora votato c’è ancora oggi: i seggi saranno infatti aperti fino alle 15. Se il trend di ieri dovesse confermarsi c’è da vedere se si riuscirà a superare la soglia psicologica del 50% dei votanti (la consultazione, a differenza dei referendum, è comunque valida con qualunque percentuale sarà raggiunta alla fine).
SI DICEVA del consiglio comunale, dove sono in palio 32 seggi rispetto ai 40 della legislatura che si è appema conclusa. Un taglio dovuto alle esigenze di risparmio della politica e ai tagli decisi dal governo. Ma tale condizione determina, necessariamente, un inasprimento della competizione tra i candidati alla carica di consigliere innalzando notevolmente, soprattutto per le formazioni maggiori, sia il numero di voti di lista necessari per conquistare un seggio, sia quello delle preferenze indispensabili per entrare a Palazzo Gambacorti. A conti fatti si stima che servano circa 1.500 voti per far scattare un seggio e almeno 2-300 preferenze personali per risultare eletti. Fin qui le previsioni. Oggi, con lo scrutnio dei voti, parleranno i numeri reali.

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