Emergenza sfratti in città occupato un ex convento

IL TIRRENO PISA, pagina IV
Azione simbolica nell’immobile dismesso di Santa Croce in Fossabanda Presidio delle forze dell’ordine, ma nessuno scontro con i dimostranti

«Questa è una occupazione simbolica che però potrebbe trasformarsi in definitiva».
Chiedono risposte politiche immediate per risolvere l’emergenza abitativa i militanti del Progetto Prendocasa e i “Nuclei in emergenza abitativa” che ieri mattina hanno occupato l’ex convento di Santa Croce in Fossabanda, poi trasformato in complesso alberghiero, di proprietà comunale.
L’edificio, composto da oltre cinquanta stanze, disabitato e in stato di abbandono da alcuni mesi, è stato “riaperto” per «sollevare la questione di come le istituzione affrontano l’emergenza abitativa – dicono gli occupanti – da una parte abbandonano edifici, dall’altra pagano strutture private per “accogliere” le famiglie sotto sfratto per poche settimane».
L’azione di ieri mattina fa seguito ad un’altra iniziativa messa in atto alcuni giorni fuori la sede della Società della salute nell’ambito della campagna “Stop emergenza abitativa” lanciata dal movimento Le forze dell’ordine davanti all’ex convento di santa Croce in Fossabanda per chiedere «di mettere a disposizione delle famiglie sotto sfratto gli edifici pubblici vuoti».
«Chiediamo l’immediato blocco degli sfratti per morosità, l’utilizzo di tutte le abitazioni sfitte di proprietà pubblica e la loro messa a disposizione per l’emergenza abitativa, sottraendole alla svendita e alle speculazioni – dicono gli occupanti -.Vogliamo risposte concrete e se non arriveranno saranno le famiglie sotto sfratto ad occupare per rispondere alle proprie legittime esigenze di vita».
L’occupazione durerà fino a domenica e si chiuderà con un’ assemblea pubblica (alle 17) aperta anche a tutte le forze politiche. La lista “Una città in comune” esprime sostegno e solidarietà all’iniziativa del Progetto Prendocasa. Ciccio Auletta, candidato sindaco per la lista “Una città in comune” e Rifondazione Comunista ha portato solidarietà e appoggio agli occupanti, anche «per tentare di scongiurare la minaccia di immediato sgombero dello stabile».
Nonostante la presenza massiccia di polizia, carabinieri e vigili urbani la situazione non è mai comunque degenerata.
«Colpisce una volta di più la totale indisponibilità degli amministratori a interloquire con le associazioni, anche quando queste sollevano problemi reali e drammatici che colpiscono una fascia sempre più larga della popolazione pisana – si legge in una nota di “Una città in comune”- Saremo presenti all’assemblea di domenica con l’intenzione di rilanciare anche da quel luogo le idee della nostra proposta politica: fermare l’alienazione del patrimonio edilizio pubblico per utilizzarlo a fini sociali e rispondere all’emergenza abitativa».

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