Esternalizzazioni: come la destra smantella i servizi comunali di Pisa

Dal project financing per i servizi cimiteriali al trasferimento delle politiche culturali e turistiche a Pisamo; come la destra smantella i servizi comunali

La storia di questi ultimi trent’anni è a senso unico: diritti, valore del lavoro, ruolo delle istituzioni pubbliche in funzione del bene comune, che credevamo conquiste della civiltà, sono stati cancellati.

In tale contesto va collocata la retorica del “Comune leggero” che attraverso “le privatizzazioni”, le “esternalizzazioni” smantella e snatura la funzione dell’istituzione Comune. Anche se i fatti dimostrano come le esternalizzazioni avvenute (vedi mobilità, servizi educativi…) abbiano prodotto -ovviamente per i cittadini- riduzione dei servizi e aumento dei costi, si procede ulteriormente.

In questo quadro la Giunta Conti sta procedendo ad uno smantellamento progressivo di numerosi servizi comunali, e ad un peggioramento delle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici

Servizi cimiteriali: verso il project financing

Grazie ad una nostra iniziativa in Quarta Commissione Consiliare Permanente siamo riusciti a far emergere il progetto della destra di voler affidare la gestione dei servizi cimiteriali attraverso un project financing. Infatti la Giunta ha avviato con il Consorzio Leonardo (che gestisce attualmente l’appalto che scade nel maggio del 2025,), nel mese di settembre 2023, un procedimento per l’affidamento in Project Financing ( il Project Financing costituisce una forma di finanziamento delle opere pubbliche o di pubblica utilità, fondata sull’utilizzo di risorse alternative a quelle statali e sul coinvolgimento di soggetti privati) per la gestione dei servizi cimiteriali nel Comune di Pisa. Il senso di questi “Progetti” è chiaro: ridurre ai minimi termini ruolo e funzioni dell’Amministrazione pubblica (anche in ambiti, come in questo caso, in cui è superfluo segnalarne la delicatezza e il significato umano e sociale) per offrire agli investimenti privati occasioni di profitto.

Consegnato tale servizio, per eccellenza di natura pubblica, alla logica mercantile, ne seguono, a cascata, le inevitabili conseguenze. Senza dimenticare che il Comune non ha ad oggi, come emerso in commissione, neanche le competenze per valutare la proposta di Piano economico finanziario di questo project, tanto che nello scorso agosto ha affidato ad una società esterna la consulenza esterna per esame la proposta del Consorzio Leonardo per un importo di 39 mila euro.

La cosa più grave è che questa decisione viene assunta senza neanche aver fatto una valutazione dell’andamento dell’appalto in questi anni e di altre possibili strade a partire dalla reinternalizzazione o gestione in house. Non solo si omettono e non si danno risposte a tutte le criticità esistenti a partire da quelle del personale a cui viene applicato un contratto Multiservizi e non quello dell’Igiene Ambientale, come richiesto anche dalle organizzazioni sindacali, risparmiando così pesantemente sul costo del lavoro, e mantenendo il personale in un stato di estrema ricattabilità con contratti part time e tempi determinati. Inoltre, i dipendenti comunali addetti ai Servizi Cimiteriali (front-office) che verrà riassorbito nel project dove saranno ricollocati. Da non sottovalutare, infatti, il fatto che gli addetti ai forni crematori devono essere altamente specializzati e tutelati particolarmente sul livello di sicurezza.

Politiche culturali e turistiche: verso l’esternalizzazione a Pisamo

Durante l’ultima campagna elettorale Conti ha annunciato alla città che avrebbe costituito una nuova società in house, la famosa “Pisa Crea” per la gestione di eventi culturali e la promozione del turismo. Un annuncio a cui tanti hanno creduto, quando noi, da subito, denunciavamo l’impossibilità di questa operazione alla luce delle normative vigenti.

E così nel corso di questo primo anno di consiliatura iniziano gli illegittimi tentativi della Giunta per trovare una soluzione. Nei mesi scorsi Conti prova a modificare l’oggetto societario della Patrimonio Pisa per trasformarla in Pisa Crea, ma a norma di legge non si può fare, e così si trova un escamotage: il Comune trasferirà alla Patrimonio Pisa i maggiori beni culturali della città. Tutto questo dando incarichi professionali (retribuiti con soldi pubblici) per pareri in merito alla possibilità di realizzare l’operazione.

Manca però un tassello e da qui l’ennesima furbizia, con ulteriore esborso di soldi pubblici. A fine giugno, senza che nel Dup o nel Peg ci sia alcuna indicazione per modificare lo statuto di Pisamo per il trasferimento delle funzioni culturali, Pisamo conferisce tre diversi incarichi esterni per avere dei pareri per inglobare in Pisamo quello che doveva essere “Pisa Crea”. L’obiettivo è modificare l’oggetto sociale di quest’ultima e la possibilità di assumere personale per coprire queste nuove funzioni, considerata la carenza di personale a Pisamo (denunciata ripetutamente anche dall’assessore Dringoli).

Aseguito di un nostro accesso agli atti emerge la volontà del Comune di Pisa (sin dal mese di marzo) di far confluire in Pisamo personale già assunto alle dipendenze del Comune. Un’ esternalizzazione pesantissima sulle politiche culturali e turistiche di cui mai nessuno ha parlato in alcun modo, e su cui non c’è stato ad oggi nessun confronto con i lavoratori e le lavoratrici e le organizzazioni sindacali. In linea con le politiche del “Comune leggero” si tolgono al Comune numerose funzioni di controllo e di indirizzo degli stessi organi consiliari; si cerca così di aggirare l’impossibilità da parte di Pisamo, vista anche la situazione economica, di procedere ad un piano di assunzioni per coprire queste nuove funzioni.

Leggendo i documenti ciò che emerge è che, come si suol dire, questa operazione fa “acqua da tutte le parti”: lo stesso parere dell’avvocato Toscano potrebbe definirsi un non-parere in quanto ripetutamente usa le seguenti espressioni “non ho specifiche competenze in materia di diritto societario”, “non è possibile dire una parola definitiva”, “non sono nelle condizioni di esprimermi”, rimandando ad istruttorie degli uffici di Pisamo e Comune che ad oggi non esistono.

Altra questione di rilievo è quale sia la posizione dei Comuni di Vecchiano e Calci riguardo a questo progetto e al percorso avviato, essendo soci di Pisamo: una posizione determinante per capire se l’iter può andare avanti o meno e in che forma. Ma non solo. Come è possibile da parte del Comune di Pisa e di Pisamo chiedere un parere su modifiche statutarie senza aver preliminarmente elaborato un Piano economico finanziario che giustifica e sostenga le ulteriori attività e anche un bozza di modifica del contratto di servizio regolando anche economicamente i nuovi rapporti? Si ipotizza già la sostituzione anche nella governance della nuova società della figura dell’amministratore unico con un consiglio di amministrazione.

Servizi di pulizia: tagli per il nuovo appalto

La Giunta Conti, dopo il taglio dei salari alle lavoratrici dell’appalto dei servizi diversi dall’educativo nella passata consiliatura, si prepara ad aggravare ulteriormente le condizioni delle lavoratrici dell’appalto del servizio di pulizie degli edifici comunali.

Lo dimostrano le cifre inserite nella variazione di bilancio approvata a giugno. Per la nuova gara dell’appalto delle pulizie, che durerà 5 anni, è stanziato 1.830.000 euro comprensivo di Iva e dei costi connessi; riducendo così di centinaia di migliaia di euro le risorse, già insufficienti, stanziate nel 2019 quando il bando prevedeva una base d’asta di 1.794.257,78 euro IVA esclusa, poi assegnato con un ribasso del 23,42% . Un’operazione “tecnica” che si è tradotta in salari e condizioni di lavoro pessime; ora, con la nuova gara che prevede a bilancio la cifra irrisoria di un 1 milione di euro, la Giunta Conti ha fatto una scelta che definire “vergognosa” è poca cosa.

Ricordiamo che ci troviamo in presenza esclusivamente di lavoro femminile, in un settore a bassissima remunerazione con la prevalenza di contratti part-time per cui le lavoratrici sono costrette anche a più lavori per poter disporre di un reddito minimo; donne che lavorano da molto tempo, in alcuni casi da oltre 10 anni, presso il Comune di Pisa, per svolgere servizi essenziali per il funzionamento della struttura.

Si tratta di una strategia complessiva della Giunta Conti che occorre fermare.

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