Ex-Vacis: opere di urbanizzazione non realizzate. Modello fallimentare, e a pagare è la cittadinanza

Grazie alla nostra richiesta di argomento in merito alla rimozione del Keu nell’area dell’ex-Vacis, depositata lo scorso giugno in Prima commissione consiliare Permanente, emerge ancora una volta un modello assolutamente fallimentare nelle gestioni delle “grandi operazione urbanistiche” a fini commerciali pensate dal centrosinistra e portate avanti dal centrodestra in piena continuità.

Era il luglio del 2021 quando il sindaco Michele Conti inaugurava l’apertura dello store della multinazionale Bricoman in quella area, in cui solo qualche mese prima si era scoperto grazie alla inchiesta della DDA di Firenze che era uno dei due siti nel nostro comune in cui era presente keu (rifiuto industriale delle concerie).

Nel frattempo altre attività commerciali hanno aperto in questi anni, peccato che parte significativa delle opere di urbanizzazione che dovevano essere realizzate dalla società attuatrice dei lavori, la Braccianti Sviluppo srl, ad oggi non sono state realizzate o sono state fatte in maniera difforme da come previsto, come emerso nel corso della audizione svoltasi ieri degli uffici competenti in Prima Commissione di Controllo e Garanzia.

Di cosa parliamo? Esattamente di quello che poi serve ai cittadini e alle cittadine: un tratto di viabilità pubblica con i sottoservizi annessi ovvero rete fognaria, illuminazione, etcc. e una pista ciclabile affiancata alla strada.

Di fronte a queste inadempienze che il Comune ha registrato a partire dal gennaio 2022, secondo quanto riferito dagli uffici comunali, l’amministrazione comunale nell’aprile del 2023 ha provato ad escutere la fideiussione depositata a garanzia di queste opere per un valore di 670 mila euro. Ad oggi però questo non è avvenuto per l’opposizione della società, che peraltro è in concordato preventivo. Si prefigura così un contenzioso legale molto complesso per l’escussione, ma non solo in quanto questo potrebbe coinvolgere anche le aziende commerciali insediate visto che, in base anche alla convenzione, doveva essere realizzato un supercondominio tra gli edifici interessati che però non è stato mai fatto.

Di fatto ancora una volta le inadempienze private ricadono sui cittadini e sulle cittadine: un modello già visto con il centro per la raccolta dei rifiuti del Gargalone, connessa alla realizzazione di Ikea, con il Porto di Marina di Pisa e lo scandalo delle fideiussioni tossiche da noi scoperto negli anni passati.

E’ da evidenziare infine quanto recita l’articolo 13 della convenzione sottoscritta nel novembre del 2018 tra il Comune di Pisa e la Braccianti Sviluppo srl: “l’attestazione della abitabilità e/o agibilità relativa agli edifici da costruirsi nell’ambito del permesso a costruire, resta subordinata al rilascio del certificato del collaudo delle opere di urbanizzazione funzionali al lotto, nonché alla stipula dell’atto di cessione di cui sopra”. Ovvero le attività commerciali non avrebbero dovuto insediarsi fintanto che le opere non fossero completate.

Ma le cose sono andate molto diversamente, e ad oggi i danni causati dalle inadempienze dei soggetti privati ricadono interamente sulle spalle della cittadinanza. Da parte nostra proseguiremo un attento lavoro di verifica e controllo a tutela dell’interesse pubblico e delle casse comunali.

Ciccio Auletta – consigliere comunale Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare

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