Fahrenheit 451 a Pisa

Non vi spaventate: non è stata istituita la “milizia del fuoco” del romanzo di Bradbury, quel corpo speciale che appiccava roghi alle case di coloro che possedevano libri perché la lettura era proibita. Si parla comunque di biblioteche in difficoltà e di volumi che vengono trasferiti in periferia.

La Biblioteca Universitaria, la più antica e ricca biblioteca pubblica pisana (600.000 volumi circa, 1.389 manoscritti e circa 4.357 periodici), è stata chiusa sei anni fa, ufficialmente per via del terremoto in Emilia, in realtà per una perversa “convergenza di interessi” tra Università e amministrazione comunale. Il Palazzo della Sapienza ha riaperto prima delle elezioni, la biblioteca no e molti volumi, trasferiti temporaneamente a Lucca, non sono ancora rientrati.
Non si è trattato di un fenomeno isolato. La Biblioteca Serantini non ha più sede dal 2012, nonostante il Comune di Pisa si fosse subito impegnato a trovare una nuova collocazione. L’intero patrimonio della biblioteca è ospitato, grazie a una convenzione, nel deposito dell’Archivio generale dell’Università di Pisa in località Montacchiello, nei pressi dell’inceneritore.
La frequentatissima Biblioteca Provinciale negli anni scorsi è stata progressivamente smantellata in virtù della riforma delle Province (legge 56/2014, cosiddetta “Legge Delrio”) ed oggi è solo parzialmente confluita nelle Officine Porta Garibaldi (costate € 8.000.000 di soldi pubblici).
Poi c’è la Biblioteca comunale SMS, inaugurata in tutta fretta nel febbraio 2013 per le elezioni: un servizio essenziale, inserito nel circuito Bibliolandia della provincia di Pisa, con 75.000 volumi, 35.000 prestiti annui e 10.000 cittadini iscritti. Come denunciammo cinque anni fa, la struttura è stata progettata con uno spazio ridottissimo per le nuove acquisizioni, primo aspetto da tener presente quando si costruisce una biblioteca. Nonostante la sua giovane età, l’edificio mostra poi significativi segni di cedimento perché mai si è fatta manutenzione: da oltre un anno alcuni spazi, come la terrazza, sono interdetti al pubblico. Non solo, i disabili non possono accedere a tutti i ballatoi, cosa gravissima, quindi il personale deve occuparsi anche di questo. Già il personale: l’organico è oggi ampiamente sottodimensionato: nel giro di cinque anni siamo passati da 18 unità a 10, poiché 3 dipendenti sono stati trasferiti forzatamente dalla nuova amministrazione comunale appena qualche giorno fa. Si vuol far morire anche la Biblioteca SMS?
Pisa deve tornare ad investire sulle sue biblioteche. Per questo torniamo a proporre il trasferimento della Biblioteca dei Ragazzi in quello che era il Centro Espositivo SMS, e poi immaginiamo la creazione di biblioteche itineranti e di quartiere, magari cercando accordi con plessi ed istituti scolastici. I libri sono il principale strumento di crescita e le biblioteche un presidio democratico imprescindibile, luogo d’incontro, socializzazione e formazione di cittadinanza.

Diritti in Comune (Una città in comune – Rifondazione Comunista – Possibile)

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