Lunedì prossimo in consiglio comunale arriverà in approvazione il rendiconto della gestione dell’esercizio 2013. Verranno così al pettine tutti i nodi che da mesi mettiamo in evidenza rispetto alla gestione del bilancio e alle scelte strategiche della giunta Filippeschi e della sua maggioranza.
Abbiamo sempre sottolineato che il piano faraonico di alienazioni è solo un gioco contabile che l’amministrazione usa per far “quadrare” i conti e costruire un piano altrettanto faraonico delle opere pubbliche. Piano che però resta da anni sulla carta. Infatti, ecco i numeri: la previsione iniziale di entrata del Bilancio 2013 per alienazioni patrimoniali ammontava a 17 milioni e 885 mila euro, ma a fine esercizio risultano entrate accertate per soli 792 mila euro, di cui 591 mila euro per beni immobili (circa 17 milioni in meno su quasi 18 previsti!). Non basta: per il 2014 l’assessore Serfogli in commissione ha annunciato che i dati per il 2014 peggioreranno.
Su questa base così aleatoria si costruisce un programma di lavori pubblici che però evidentemente non è possibile mettere in atto, dato che non si realizzano le entrate: cioè il bilancio serve solo a dare l’illusione che le opere pubbliche verranno attuate, divenendo sostanzialmente una grande e sterile operazione di immagine.
A fronte di questa operazione, noi rilanciamo ancora una volta la proposta di congelare il piano delle alienazioni degli immobili e dei terreni comunali, per scegliere la strada dell’assegnazione ad usi sociali dall’abitativo al produttivo. E’ una scelta che prende atto della realtà e affronta con serietà il problema della gestione e dell’uso del patrimonio immobiliare.
Ma anche un altro dato ci preoccupa, perché indica una flessione delle entrate previste per il 2014. Il Collegio dei Revisori dei Conti evidenzia infatti, per il 2013, una “consistente discordanza fra i risultati conseguiti e quelli attesi sia per la TARSU che per l’ICI”. Una discordanza ancora più macroscopica si registra per gli introiti relativi alle violazioni del Codice della strada: si passa, nonostante il numero delle infrazioni non sia sostanzialmente diminuito, da quasi 9 milioni nel 2012 ai 6 milioni e mezzo nel 2013. Anche in questo caso è da rilevare la notazione del Collegio dei Revisori che “invita l’Ente a valutare con maggiore attenzione i valori delle relative previsioni di bilancio” e a “diffidare SEPI a procedere con maggiore celerità nell’attività di recupero da cui è dipesa la flessione degli accertamenti 2013 rispetto ai due esercizi precedenti”. Abbiamo appreso con preoccupazione la formulazione di queste osservazioni e non possiamo che rilevare come tutto ciò porti ad una sensibile riduzione di risorse finanziarie rispetto all’atteso per il 2014.
Terzo ed ultimo punto. Ad oggi si rivela più che mai sbagliata la scelta dell’operazione immobiliare della Sesta Porta: nel corso del 2014 il Comune di Pisa verserà a Sviluppo Pisa, società di scopo realizzata dalla Pisamo, 100% di proprietà del Comune, oltre 9 milioni di euro per l’acquisto dei locali dove si trasferirà la SEPI, anch’essa società di proprietà comunale, e che oggi ha i suoi uffici in uno stabile… del Comune!
Cioè, di fatto si mette in atto una partita di giro che serve a salvare un’operazione immobiliare e che assorbirà la quasi totalità capacità di investimento del Comune di Pisa. Ma questa situazione è frutto anche di alcune scelte fatte dall’Amministrazione, che quindi ne è almeno in parte responsabile; e il caso della Sesta Porta, operazione che si sta trasformando in un vero e proprio buco nero, non è purtroppo il solo. Sta di fatto che il Comune, per “salvare” questa operazione immobiliare, si sta dissanguando.
La quasi totalità delle risorse rimanenti servirà al completamento dei progetti PIUSS per un ammontare di spesa tra gli 8 e i 10 milioni (a carico del Comune per il 40% e della Regione per il 60%).
Su alcuni di questi non mancano criticità sia per i ritardi dei lavori dovuti al fallimento di alcune ditte, sia per il problema più generale che ad oggi non è chiaro se lo stesso Comune dovrà anticipare tutte le somme e la Regione restituirà successivamente la sua quota.
Da questo quadro emerge una estrema scarsità di risorse per gli investimenti nel 2014, notevolmente aggravata dai vincoli del Patto di stabilità. L’anno si presenta dunque molto difficile, e occorre un chiaro cambio di indirizzo: per queste ragioni lunedì voteremo contro questa delibera avanzando le nostre proposte, a partire dalla considerazione che occorre iniziare a derogare dal patto di stabilità, innanzitutto per affrontare le questioni dell’edilizia scolastica e della messa in sicurezza del territorio.