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Fallito il Progetto Caserme, il Comune ne prenda atto
Il Comune di Pisa deve prendere atto del fallimento del Progetto Caserme e aprire il dialogo con la città sul futuro dell’ex distretto militare
Nei giorni scorsi l’assessore Ylenia Zambito in consiglio comunale ha annunciato che il sindaco Marco Filippeschi, nel corso di questo mese, convocherà un nuovo incontro con l’Agenzia del Demanio e il Ministero della Difesa in merito al protocollo del Progetto Caserme.
Riteniamo che sia venuto il momento che il Comune prenda atto che quel progetto è fallito e che desista dal continuare a sostenere un’operazione da 70 milioni di giuro per la realizzazione della nuova caserma di Ospedaletto.
È necessario aprire una nuova fase di discussione in merito al riutilizzo delle aree militari, a partire da quella che oggi è già dismessa e che potrebbe essere utilizzata: ovvero il Distretto 42.
Il silenzio della giunta che orinai dura dall’aprile del 2014 (quando il distretto è stato sgomberato) è pesante, e indice di una non volontà di dialogo e confronto.
In queste settimane è una novità di cui l’amministrazione comunale, proprio in vista di questo incontro, non può ignorare: un percorso di progettazione partecipata che reclama il proprio diritto a immaginare la città e i suoi spazi, e che cerca risposte a bisogni sempre più articolati e complessi in una fase di crisi.
Domani, 31 gennaio, e domenica primo febbraio decine di cittadine e cittadini, associazioni, architetti si ritroveranno per dare una forma compiuta a questo percorso.
Il sindaco Filippeschi e la sua giunta devono chiarire se hanno interesse a confrontarsi con questa progettualità o intendono andare avanti con un progetto fallimentare, ignorando ancora una volta una simile esperienza.
A Pisa sono tante, troppe le strutture militari abbandonate oltre il Distretto 42: dalla caserma di San Vito alla Polveriera al Cep. Migliaia i metri cubi pubblici e privati lasciati colpevolmente a marcire.
Il tempo del recupero da parte della cittadinanza di queste aree è arrivato: un recupero collettivo che noi praticheremo con la partecipazione e la progettualità condivisa.
Municipio dei Beni Comuni