domenica 22 aprile 2018 |
Testata: TIRRENO PISA |
Pagina: I |
Ultimatum della Fondazione Pisa al ministero dei Beni culturali
PISA. Rimane poco più di un mese per salvare la chiesa di San Francesco. A fine maggio scadono i termini imposti dalla Fondazione Pisa per firmare con il Segretariato regionale per i beni culturali della Toscana l’accordo per destinare alla ristrutturazione del monumento (di proprietà statale) i 2,4 milioni che la fondazione di origine bancaria si è detta disponibile a stanziare. Una sorta di ultimatum che la Fondazione Pisa ha posto ad inizio aprile quando, visti i “tentennamenti” dell’ente statale, ha inviato a Firenze il contratto per destinare le risorse stanziate lo scorso ottobre al risanamento delle ferite che, nell’aprile 2016, hanno portato alla chiusura della chiesa, chiedendo di riceverlo controfirmato entro sessanta giorni. Scaduti i termini, il finanziamento offerto dalla Fondazione di via Toselli potrebbe essere spostato su altre “emergenze” architettoniche.
Lo scorso marzo, la Sovrintendenza di Pisa annunciò l’imminente firma dell’intesa con la Fondazione Pisa (la firma sarebbe dovuta arrivare entro la metà del mese), passo fondamentale per dare avvio ai lavori di messa in sicurezza e consolidamento dello storico edificio religioso. Da allora, incontri, colloqui e anche l’intercessione della prefettura non sono ancora riusciti a produrre gli effetti sperati. La Fondazione Pisa, che con una lettera inviata al ministro dei beni culturali Dario Franceschini lo scorso ottobre si è detta disponibile a coprire con 2,4 milioni di euro i circa 2,7 milioni che occorrono per far fronte ai problemi strutturali della monumentale chiesa e al cedimento di una porzione del tetto (causata del danneggiamento delle diciotto travi che sorreggono la copertura), chiede con la firma del contratto di “blindare” le risorse all’intervento di ristrutturazione dell’edificio di piazza San Francesco.
«Attendiamo risposte entro la fine di maggio – sottolinea il presidente della Fondazione Pisa, Claudio Pugelli – anche sui tempi di intervento». La stipula dell’accordo dovrebbe dare avvio all’ultima fase di studi ed approfondimenti progettuali (il progetto definitivo del restauro è stato presentato lo scorso dicembre). Poi occorrono circa un mese di ulteriori indagini strutturali ed almeno altri quattro mesi per definire il progetto esecutivo prima dell’inaugurazione del cantiere. Dall’arrivo di mezzi e operai serviranno almeno tre anni per completare i lavori di ristrutturazione. Secondo un parziale cronoprogramma, stilato qualche mese fa, la chiesa non riaprirà prima del 2022.
«La Fondazione – prosegue Pugelli – vuole la certezza che il contributo offerto sia finalizzato all’intervento di ristrutturazione della chiesa di San Francesco, ma non può tenere bloccati all’infinito quasi 2,5 milioni di euro». Oltre alle risorse offerte dalla Fondazione Pisa occorrono almeno altri 700mila euro per il completamento artistico del restauro. Cifra che sale a 4 milioni per la ristrutturazione dell’antico chiostro, dove sono stati eseguiti lavori tampone per 80mila euro e, per evitare crolli, la Sovrintendenza sta definendo un secondo intervento da 300mila euro. Dopo il pressing sul ministro, la Fondazione è tornata alla carica lo scorso gennaio per cercare di accorciare i tempi. Le pressioni e gli incontri promossi dalla prefettura per arrivare alla stipula dell’intesa non sono ancora riusciti a produrre la firma per salvare la chiesa, che il prossimo anno “festeggerà” i 120 anni dalla riapertura avvenuta nel 1899. Per cercare di uscire dal lungo stallo che da oltre due anni tiene chiuse le porte dell’edificio è intanto nato il “Comitato pro restauro” che si riunirà per la prima volta giovedì prossimo, alle 20.30, nel convento di San Francesco con l’obiettivo di raccogliere adesioni e suggerimenti.
Danilo Renzullo