Gelli: non si può governare Pisa con l’odio e la paura

martedì
19 giugno 2018
Testata:
TIRRENO PISA
Pagina:
II

VERSO IL BALLOTTAGGIO

L’ex deputato sostiene la candidatura di Serfogli «Una persona seria che si oppone alla deriva leghista»

PISA

«Dalla passione politica non ci si può dimettere», così Federico Gelli spiega il suo “rientro” nella politica. Il dirigente Pd, conclusa l’esperienza parlamentare (non senza qualche amarezza per la mancata riconferma che ha lasciato a Pisa più di un malumore), è tornato al proprio lavoro di dirigente medico, ma non ha lasciato l’impegno civile (da poco è stato confermato presidente del Cesvot, il Centro Servizi Volontariato della Toscana) e politico. Una passione che l’ha spinto in campo a Pisa per sostenere la corsa del candidato del centrosinistra Andrea Serfogli verso il ballottaggio del prossimo 24 giugno.

Tanto da aver chiesto ed ottenuto da “due amici” di venire a Pisa a dare una mano: sia Paolo Gentiloni che Walter Veltroni saranno in città giovedì 21 (alle 18,30) in Piazza Vittorio Emanuele II.

Gelli, come è riuscito a convincerli? Fin qui sia Gentiloni che Veltroni non avevano fatto iniziative pubbliche elettorali…
«Con Paolo ho un rapporto di amicizia ormai ventennale ed a Veltroni mi lega un stima reciproca cresciuta nel tempo. Ho spiegato ad entrambi che avevamo bisogno di una mano e mi hanno risposto positivamente. Del resto, Pisa è una città che sta a cuore a tantissime persone. È un patrimonio non solo dell’Italia, ma del mondo e nessuno vuole vederla finire nelle mani di chi vuole governarla con parole d’odio e paura».

La possibilità che ciò avvenga è reale, la Lega è in forte ascesa in tutto il territorio della provincia pisana come hanno mostrato anche i numeri delle politiche del 4 marzo scorso…
«E vero, ma il centrosinistra quando trova le ragioni dell’unità può vincere. Con l’amico Serfogli, una persona seria e perbene e un amministratore capace, ce la possiamo fare. E credo che i miei concittadini non si abbandoneranno a chi predica divisioni e scontri ideologici. Pisa va amata, se lo merita. Non va governata con parole d’odio, ma con il sorriso e con la passione».

Ma a lei chi lo fa fare di impegnarsi di nuovo per il Pd e il centrosinistra dopo che non l’hanno voluta ricandidare?
«Perché le idee ed i valori valgono sempre più di qualsiasi poltrona. Io credo nel Pd e nel centrosinistra. Sono stato onorato di aver potuto servire il mio Paese e la mia città alla Camera e di aver ottenuto risultati importanti: dalla legge sulla responsabilità dei medici (la cosiddetta Legge Gelli) a quella sul Testamento biologico e il consenso informato, alla battaglia sui vaccini. Sono riforme che hanno migliorato la vita delle persone. E questo è più importante di qualsiasi scranno. Così ho deciso di riman ere a fare il responsabile nazionale sanità del Pd ed a impegnarmi dove c’è bisogno. Il mio impegno, in questa fase così delicata per la nostra democrazia, non poteva certo venire meno, tanto più che il nuovo governo a trazione leghista sta mettendo in discussione i valori fondanti a cui mi sono sempre ispirato».

Dunque si può dure che lei sia di nuovo in campo? «Non l’ho mai lasciato, solo che ora mi sono rimesso in prima fila a sostegno del centrosinistra, del Pd e di Andrea Serfogli anche con l’aiuto di Paolo Gentiloni, un premier che tutti hanno potuto apprezzare, e del fondatore del Pd Walter Veltroni. Due politici che le persone stimano proprio perché hanno sempre messo gli interessi collettivi davanti alle proprie aspirazioni individuali».

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