Genitori in difesa dei rom a Putignano, Pisa Sicura: “Solo una minoranza la pensa così”

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Genitori in difesa dei rom a Putignano, Pisa Sicura: “Solo una minoranza la pensa così”
L’associazione Pisa Sicura critica la presa di posizione del ‘gruppo dei 160’, che, dopo una raccolta firme per “fermare la politica degli sgomberi”, ha organizzato una serata per conoscere la cultura rom

Domani sera il gruppo di genitori e insegnanti delle scuole di Putignano e Sant’Ermete, che lo scorso dicembre firmarono un appello per chiedere all’amministrazione comunale di fermare lo sgombero dei campi rom e diverse politiche di inclusione sociale, ha organizzato una serata, al circolo Arci di Putignano, per conoscere la cultura rom. Sull’iniziativa però interviene l’associazione Pisa Sicura che intende fare chiarezza sulla vicenda e sulla presa di posizione del gruppo di firmatari dell’appello.
“L’iniziativa – affermano da Pisa Sicura – si presta ad una cattiva interpretazione sotto diversi punti di vista: innanzitutto occorre sottolineare che solo una esigua minoranza di genitori appoggia tale linea di pensiero, quindi parlare genericamente a nome dei genitori delle scuole di S.Ermete e Putignano contro la collettività della periferia tutta, è quantomeno scorretto. Chiedere la cessazione della politica di sgombero dei campi rom è fuorviante in quanto trattasi di insediamenti abusivi su terreni, spesso agricoli, dove non sono rispettate le norme igieniche, oltre al fatto che espongono a grave rischio i loro stessi abitanti, dal momento che l’utilizzo delle utenze spesso non è a norma”.
“Ribadiamo – proseguono – che in Ctp 3 è emersa la volontà di favorire l’aggregazione sociale e lo scambio culturale delle diverse nazionalità, che ormai costituiscono la quotidianità del nostro quartiere, verso i destinatari che vivono nella legalità e siano ricettivi delle proposte, sapendo che ricevere comporta anche dei doveri e una certa flessibilità culturale che non rechi danno alla loro identità. Invitiamo, quindi, i promotori della ‘raccolta dei 160’ ad evitare di sprecare energie in polemiche mediatiche e a partecipare invece alle riunioni di quartiere in Ctp3 per far sentire la loro voce e, ancor più, venire a conoscenza della programmazione in atto”.
“Non crediamo infatti che ci sia bisogno di dichiarazioni demagogiche e ovvie come quelle contenute nella ‘lettera dei 160’ (“abbiamo avuto conferma che sono esseri umani come noi”), perché su questo nessuno ha dei dubbi – concludono – queste dichiarazioni ad effetto creano un clima di conflitto fra i genitori coinvolti e la periferia tutta, e di certo non pone le basi per una collaborazione propositiva, ma crea un danno ai bambini, stranieri e non, minando la loro serenità nell’ambiente scolastico, in virtù di una guerra tra grandi nella quale loro non dovrebbero essere coinvolti e che la maggioranza degli abitanti della periferia, non alimenta, contrariamente a quanto affermano questi firmatari”.

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