sabato 14 giugno 2014, IL FATTO QUOTIDIANO Pagina: 10
Gli amici del premier regalano l’aeroporto all’argentino indagato
PISA, ANCHE VEGAS (CONSOB) NELLA PARTITA. LA REGIONE SVENDE LE AZIONI NASCONDENDO IL RISCHIO DI UNA PENALE
di Giorgio Meletti e Alessio Schiesari
Prima il tribunale di Firenze, poi la Consob e infine il Tar. Il governatore della
Toscana Enrico Rossi esibisce tre pronunciamenti favorevoli e annuncia l’uscita della Regione del patto di sindacato tra enti pubblici che controlla l’aeroporto di Pisa con oltre il 50 per cento delle azioni. Consegnerà un decisivo 12 per cento della società di gestione quotata in Borsa, la Sat, alla Corporacion America del magnate argentino Eduardo Eurnekian, che sulla Sat ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto (Opa).
LA MOSSA del governatore per anni rivale di Matteo Renzi sulle scene granducali – spiana la strada a un disegno caro al cerchio magico del premier: fondere l’aeroporto di Pisa con quello fiorentino di Peretola (già consegnato a Eurnekian) e dare finalmente a Firenze quel grande aeroporto internazionale (pagato dallo Stato) che la nuova capitale d’Italia sogna da anni. Lo squilibrio delle forze in campo è chiaro. Da una parte il governatore, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente dell’aeroporto di Firenze Marco Carrai e Riccardo Nencini, sottosegretario alle infrastrutture e segretario fiorentino del partito socialista. Tutti schieratissimi con il plenipotenziario in Italia di Eurnekian, il fiorentino Roberto Naldi. Eurnekian vanta anche l’amicizia con Vito Riggio, presidente dell’Enac, e con Giuseppe Bonomi, consulente per gli aeroporti del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Tutti uniti contro l’unico vero oppositore, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, che si batte a colpi di carta da bollo contro una privatizzazione assurda: mai discussa, mai decisa, si è dispiegata come utile e indifferibile solo di fronte all’offerta argentina, alla quale la mano pubblica può solo dire sì o no, senza porre alcuna condizione.
Ma sull’operazione rimane una pesante incognita giudiziaria. Secondo la legge, la regione Toscana, rompendo il patto di sindacato per aderire all’Opa, rischia di pagare agli altri enti azionisti una penale doppia del ricavo ottenuto. Rossi, che affida all’operazione le residue speranze di ottenere da Renzi la ricandidatura nel 2015, per scongiurare la contestazione del danno erariale ha chiesto un via libera alla Consob, sapendo di avere un alleato sicuro nel presidente Giuseppe Vegas, un altro che vede la poltrona traballare – a causa dell’inchiesta sull’affare Unipol-Sai – ed è alla ricerca di benemerenze renziane. Ma sulla sua strada si sono messi i tecnici della Consob, che si sono rifiutati di firmare tesi compiacenti per stilare un parere geli do: se Rossi dovrà o no pagare la penale lo deve dire il giudice civile, la materia non è di nostra competenza.
Ma una via d’uscita è stata trovata. Il testo è stato trasmesso alla Regione molte ore prima della pubblicazione, consentendo a Rossi di annunciare un “parere positivo”, prima che altri potessero leggerlo. Un falso, sostiene il presidente dell’Adusbef Elio Lannutti, che ha già presentato un esposto alla procura della Repubblica: “Il presidente Rossi, se non vuole essere chiamato a rispondere di tasca propria dei 35 milioni di euro a titolo di danno erariale dovrà trovare un altro modo per accedere a buon diritto nel ristretto club degli Amici di Matteo.” Intanto però il ritardo nella pubblicazione ha dato modo alla giunta regionale di deliberare la vendita, anche se con una clausola preoccupante: “Pur non potendo escludere in modo categorico una diversa evoluzione del contenzioso”.
IL CLIMA DI FUOCO è reso da una dichiarazione di Nardella contro Filippeschi: “La politica la smetta di mettere i bastoni tra le ruote alle imprese che vogliono investire sul nostro territorio”. Sembra non fare velo al sindaco di Firenze il fatto che il curriculum di Eurnekian come investitore prezioso per la Toscana offra il fianco a qualche dubbio.
Eurnekian e Naldi sono già sotto processo per la bancarotta della compagnia aerea Volare. Le ipotesi dell’accusa vedono Eurnekian comprare delle azioni di Volare dal fondatore Gino Zoccai, che per sdebitarsi fa comprare da Volare una compagnia uruguaiana di Eurnekian. la Bixesarri. “Peccato soltanto che ormai Bixesarri avesse soltanto un aereo e per di più sotto sequestro perché utilizzato per il traffico della droga”, scrissero gli inquirenti.
L’ultima ombra sulla sua Aeropuertos Argentina 2000 arriva dal procuratore federale di Buenos Aires, Eduardo Taiano. La settimana scorsa ha aperto un fascicolo bomba che vede tra gli indagati, oltre a Eurnekian, il ministro dell’Economia, Axel Kicillof, e il presidente della compagnia di bandiera Aerolineas Argentina, Mariano Recalde. Secondo l’accusa, Aa2000 non avrebbe realizzato le opere di messa in sicurezza dell’aeroporto Jorge Newbury previste dalla concessione. Un’indagine parallela riguarda Gustavo Lipovich, passato dai consigli di amministrazione di Aa2000 e Aerolinas Argentinas alla presidenza dell’Orsna, l’organismo di controllo del sistema aeroportuale: il controllato diventato controllore.
EURNEKIAN è abituato agli scenari dove Stato e imprese sono una cosa sola, come piace a Nardella. Non a caso da tempo in Argentina si parla di ri-nazionalizzare gli aeroporti. La stampa locale ha attribuito agli altalenanti rapporti di Eurnekian con la “presidenta” Cristina Kirchner la nomina alla presidenza di Aa2000 di Rafael Bielsa, fino al giorno prima capo dell’organizzazione per la lotta al narcotraffico, ma in passato già al servizio di Eurnekian.