Gruppo Bulgarella: un’altra pagina della storia che richiama alle responsabilità gli amministratori pisani e la politica in questo paese

Una “linea morbida” delle banche per sottacere una mega esposizione finanziaria che avrebbe reso impossibile l’accesso ad ulteriore linee di credito è l’ultimo tassello reso pubblico dalla stampa locale sul Gruppo Bulgarella.

Il fatto nuovo, leggiamo, è contenuto nella Relazione dell’Agenzia delle entrate, e per quanto ci riguarda non è su questa novità che vogliamo esprimerci ma essa ci sollecita riflessioni. La prima tutta rivolta a Palazzo Gambacorti che ad oggi nonostante siano passate settimane – se non mesi – dalle nostre denunce non registriamo strategie che l’amministrazione Filippeschi abbia messo in atto con convinzione e determinazione affinché le azioni necessarie e doverose portino al recupero dei crediti. Anzi.

Ricordiamo che nonostante milioni di imposte comunali non pagate ( ICI, IMU e Tari) e fideiussioni tossiche, fasulle, illegittime (fate voi) hanno comunque permesso al Gruppo Bulgarella di ottenere continuamente e costantemente, per anni, permessi a costruire. Un enorme ammontare di denaro ( oltre 6 milioni) sottratto alle casse comunali, denaro tanto più prezioso in quanto viviamo in una fase di tagli agli enti pubblici e di diminuzione dei servizi ai cittadini.

Che cosa si aspetta affinché si metta in atto azioni reali e incisive per recuperare gli oltre 6 milioni che l’amministrazione comunale deve avere dal Gruppo Bulgarella? Che si renda tutto irreperibile?

Questa città, i suoi cittadini ne hanno un gran bisogno; il suo impiego in tutte quelle opere e quei servizi che servono alla città e ai cittadini maggiormente in difficoltà non sono più rinviabili. Non è possibile che mentre si è inflessibili con chi, colpito dalla crisi, non riesce a sostenere spese come l’affitto e le bollette e si sia concessa la possibilità di accumulare tali debiti e che oggi si “faccia solo finta” di recuperarli.

Questa amministrazione di fatto non ha garantito con questi comportamenti il bene pubblico e le casse comunali in tutti questi anni, e le azioni messe in campo risultano a tutt’oggi tardive e inefficaci, a dimostrazione della inadeguatezza di chi oggi governa Pisa nel tutelare gli interessi delle fasce sociali più vulnerabili.

Ma la politica da questa nuova pagina è chiamata in causa anche da un altro aspetto: come è possibile che al sistema bancario in questo periodo storico, anzi fase governativa, gli sia permesso di tenere “linee morbide” con sistemi di potere e chiudersi verso quel tessuto produttivo vero e necessario pelo sviluppo dei territori? Oggi a medi e piccoli imprenditori, artigiani, piccole cooperative come a singoli cittadini il mancato accesso al credito e al micro-credito è fonte di tragedie lavorative e familiari, mentre se sei nelle grazie di sistemi non hai limiti a favoritismi bancari.

Sino a dove ci porterà il PD e coloro che lo sostengono pur nelle mille sue sfaccettature? A quando la fine della politica dei “forti con i deboli e deboli con i forti”?

Rifondazione Comunista Pisa

Una città in comune

 

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