Holding acqua: non è una ripubblicizzazione

Come segnalato dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua, sono in corso le operazioni per l’acquisto delle quote del partner privato di Acque SPA da parte dei soci pubblici, con lo scopo di creare una holding multi-utility che si occupi non solo della gestione dell’acqua, ma anche di altri servizi.

Come accaduto nei mesi scorsi nella zona di Firenze con la creazione della “NewCo” Acqua Toscana SPA , i Consigli Comunali interessati hanno presentato e approvato delle delibere in tal senso, senza però garantire la trasparenza necessaria ad una manovra di tale portata e senza aprirsi alla discussione con i soggetti che hanno avanzato dubbi e proposte alternative.

Con questa operazione si va inoltre ad esautorare il ruolo delle Conferenze Territoriali e dell’Autorità Idrica Toscana (AIT) alle quali spettano, secondo la Legge Regionale 69/2011, le decisioni in merito alle forme di gestione del servizio idrico integrato.
Ricordiamo che solo il 19 Novembre 2020, l’assemblea dei comuni dell’AIT si era espressa all’unanimità contro il progetto del maxi gestore unico regionale, che nella sostanza avrebbe effetti analoghi all’operazione che si tenta di fare con la multiutility.

Non siamo davanti ad una ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico e nemmeno ad una situazione che permetterà il rispetto dell’esito referendario del 2011: i fatti ci dicono che si tratta di una holding, una società finanziaria, di controllo pubblico ma aperta al mercato, che dovrà reperire investimenti attraverso la quotazione in borsa.
Una Società Per Azioni di diritto privato che punta a gestire molti servizi fondamentali (acqua, rifiuti, energia) in tutta la Toscana e anche oltre, che pone in primo piano il profitto e la remunerazione del capitale investito, snaturando il concetto di bene comune sancito dal referendum del 2011.
Una nuova mercificazione di servizi essenziali, che non possono e non devono essere subordinati alle logiche di mercato, ma piuttosto dovrebbero essere gestiti per conto della comunità garantendo rispetto dei diritti dei cittadini e delle cittadine prima di tutto.

Si poteva scegliere di costituire una forma societaria di diritto pubblico (azienda speciali o consortile) che non ha come fine principale il profitto, ma bensì quello di soddisfare un interesse di carattere generale.
Invece si sceglie di nuovo un modello che tradisce la volontà popolare affermata del 2011 e che, considerati i risultati negativi degli ultimi di gestione dell’acqua, (nell’ambito di Acqua SPA le tariffe sono aumentate di più 60% negli ultimi 10 anni, le perdite di rete migliorate solo del 2% e la capacità di depurazione peggiorata del 5%) ha riempito del tasche dei soci e comportato un aggravio sui bilanci familiari e sullo stato della rete idrica.

Abbiamo presentato un’interpellanza con la quale chiediamo maggiori dettagli al Sindaco e alla Giunta, inoltre avvieremo un percorso di analisi e approfondimento sulla nuova holding in fase di creazione al fine di garantire la trasparenza e di contrastare l’ennesimo tentativo di speculazione su un bene essenziale per la vita umana.

Una città in comune

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