sabato 19 aprile 2014, NAZIONE PISA Pagina: 6
«I nostri figli non vogliono violenza, ma pace uguaglianza e integrazione»
Oltre mille persone hanno sfilato perle vie del centro. Pisani e tanti stranieri puliti’ insieme per essere una comunità solidale.
UN CORTEO silenzioso di circa 1300 persone è quello che si è mosso ieri pomeriggio a partire da Piazza Vittorio Emanuele. Poche le parole e nessun grido di protesta se non un «Vogliamo la verità», a dimostrazione che quello che conta in momenti drammatici – come quello che ha scosso Pisa perla morte di Zakir – è il sentimento e la capacità di una comunità di stringersi intorno ai propri cittadini. «Solo l’affetto fa crescere» dice Salim Mohammed, rappresentante della comunità bengalese che ha dato il via alla manifestazione. «Ed è solo con l’affetto che possiamo trovare la verità». Una verità fatta di violenza gratuita e basta «non c’è ragione di razzismo, né movida, né quel gioco barbaro del knockout game – dice il sindaco Marco Filippeschi -. Lottiamo per valori di pace, solidarietà e cultura». COSÌ anche il presidente della Provincia Andrea Pieroni: «C’è solo sdegno per un atto intollerabile soprattutto qui. Perché Pisa è la città della non violenza». Dopodiché il corteo si è incamminato verso Corso Italia, perfettamente in ordine, seguendo il percorso determinato fino a Piazza Mazzini, davanti alla Prefettura. Solo una piccola sosta, in silenzio, davanti a quel punto di Corso Italia dove rimane una macchia di sangue e decine di fiori. In prima linea le istituzioni, del Comune di Pisa erano presenti il sindaco e buona parte della giunta, Riccardo Buscemi in rappresentanza del Consiglio Comunale anche se molti consiglieri, delle diverse parti politiche, sono intervenuti a titolo personale. Solidali con il Comune capoluogo anche alcuni sindaci della provincia, come Alessio Antonella per Cascina e Bruno Possenti per Calci. Presenti anche personaggi politici di rilievo nazionale, come il deputato Paolo Fontanella e l’ex ministro Maria Chiara Carrozza. A seguire i rappresentanti delle altre comunità migranti del territorio e il mondo dell’associazionismo pisano, da Africa Insieme ai Cobas, da Agorà a Mondo Stazione, e poi Municipio dei beni comuni, Uisp, Associazione 3 febbraio e molte altre. Molti anche i rappresentanti del mondo commerciale, in primis i bengalesi ma anche pisani, come ad esempio i «bancarellai» di Piazza Manin. Non meno i cittadini di ogni etnia e di ogni età, tra cui molti bambini, perché, usando sempre le parole di Salim Mohammed «i nostri figli non devono conoscere l’efferatezza del gesto, ma la solidarietà, l’affetto e la pace», che con la manifestazione di oggi Pisa ha voluto dimostrare. Arrivato in Piazza Mazzini il corteo ha incontrato il prefetto Francesco Tagliente, già in strada, come a dire che lo Stato non aspetta di essere chiamato ma «fa il primo passo verso la comunità». ANCHE il prefetto ha avuto prima di tutto parole di vicinanza nei confronti della comunità bengalese. Successivamente si è detto fiero del lavoro svolto dalle forze dell’ordine che in breve tempo sono riuscite a venire a capo dell’indagine trovando i colpevoli «anche grazie al sistema di telecamere – ha sottolineato – che, sottoposto ad anagrafe proprio nel 2013, si è dimostrato veramente utile». Quanto si poteva è stato fatto, per una giornata di speranza e non di mera consolazione.
Elisa Bani, Francesco Bondielli