giovedì 7 giugno 2018 |
Testata: TIRRENO |
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IL RESTAURO » `IL TRIONFO DELLA MORTE”
II ciclo di affreschi trecenteschi di Buonamico Buffalmacco torna a risplendere al Camposanto Monumentale di Pisa
di Sharon Braithwaite
PISA
Dopo 74 anni dal bombardamento che ne ha compromesso la stabilità, i quasi 2.000 metri quadrati dipinti fra il 1336 e il 1341 da Buonamico Buffalmacco, sono tornati nel loro luogo di origine: le pareti della galleria sud del Camposanto Monumentale di Pisa. Nel Trecento, l’allievo di Giotto e protagonista di gustose novelle di Boccaccio, aveva realizzato tre grandi affreschi in quello che oggi, tra sarcofagi e sculture, rappresenta un vero museo archeologico. Il ritorno del “Trionfo della Morte” – la scena più famosa e che dà il nome all’intero ciclo – accanto al “Giudizio Universale” e le “Storie degli Anacoreti” rappresenta un momento molto atteso da Pisa e dall’intera comunità degli storici dell’arte.
Era il 29 luglio 1944 quando una bomba incendiaria alleata cadde sul tetto del Camposanto, fondendone l’impianto: un disastro per le opere d’arte al suo intemo, come ha ricordato ieri Antonio Paolucci, a capo della direzione dei lavori di restauro, durante la cerimonia di inaugurazione. «Oggi l’Italia chiude l’ultimo conto rimasto aperto con la guerra. Il nastro si riavvolge a quella drammatica giornata estiva del 1944 – racconta Paolucci – L’incendio nel Camposanto durò tre giorni e tre notti. Un rogo che sfigurò gli affreschi». Man mano che la notizia della tragedia si diffuse, a Pisa arrivarono studiosi, restauratori e anche i Monument Men statunitensi, noti per aver salvato il patrimonio artistico mondiale durante la seconda guerra.
L’ 11 settembre di quello stesso anno fu deciso di staccare gli affreschi dalle pareti attraverso una particolare colla e di sistemarli su delle tavole di eternit. La scelta migliore che potevano fare, con i mezzi dell’epoca, ma che poi decennio dopo si è rivelata deleteria. La colla, infatti, rischiava di compromettere la pellicola pittorica e per questo furono brevettati dall’Università del Molise dei batteri “mangiatori” per ripulire le superfici degli affreschi. «Per anni il mondo scientifico era d’accordo sul ricollocare le opere di Buffalmacco in parete, ma vi erano opinioni divergenti sul metodo – aggiunge Paolucci – Il cambio di passo c’è stato grazie a Pier Francesco Pacini, presidente dell’Opera Primaziale Pisana, che in un convegno organizzato nel 2008 diede l’input a questa impresa».
Il restauro che oggi permette ai visitatori di ammirare gli affreschi nella loro originaria collocazione è iniziato nel 2009. Gli interventi sono stati realizzati delle maestranze dell’Opera della Primaziale -11 i restauratori impiegati – con il controllo di Paolucci e la supervisione dei capi restauratori Carlo Giantomassi e Gianluigi Colalucci. Un lavoro di squadra eccellente che ha portato ad un risultato storico.
Nel Trionfo della Morte il pittore raggiunge la sua massima espressione, combinando diversi nuclei narrativi autonomi, funzionali alla rappresentazione del tema. All’estrema sinistra, tre cadaveri improvvisamente scoperti da una brigata di giovani elegantemente vestiti, impegnati in una battuta di caccia; al centro un gruppo di storpi e mendicanti nell’atto di invocare la rapida fine che già ha raggiunto laici ed ecclesiastici al loro fianco; sulla destra, infine, si svolge l’amorevole conversazione delle cortigiane raccolte in un rigoglioso giardino. Su tutti incombe la morte, accompagnata da una schiera di demoni alati che lottano in cielo contro gli angeli per conquistarsi le anime dei defunti. Pacini ha annunciato che a breve saranno installate delle didascalie per spiegare il contenuto degli affreschi.