Come cittadini che stanno dando vita alla lista una città in comune abbiamo appreso con sconforto della decisione del giudice di non accogliere la richiesta di sospensiva relativa allo sgombero del Circolo Arci La Corte di Calci.
Si tratta di una grave decisione che rischia di contribuire all’erodesione delle radici sociali, intergenerazionali, di tolleranza e solidarietà di un piccolo comune come Calci.
I circoli, in Toscana, sono stati e ad oggi sono luoghi di ritrovo, di confronto, di incontro, luoghi per stare assieme, passare ora in compagnia. Non a caso molti comitati tutt’ora nascono o hanno la possibilità di ritorvarsi ed esistere grazie all’appoggio logistico che realtà come i circoli possono offrire loro.
A fronte di locali pubblici sempre più uguali, coattivamente connotati da una logica commerciale, che li rende anonimi e fintamente neutrali, l’Associazione Culturale Montemagno ed il Circolo La Corte hanno saputo creare nel tempo uno spazio di accoglienza, scambio, incontro, divertimento, solidarietà, mantenendo fede ai valori politici e culturali fondanti delle case del popolo.
Chiudere una realtà come questa significa disperdere storia e cultura, inclusione e capacità di riconoscere le differenze, anni di relazioni, di tessiture fra mondi diversi. Porre fine a una esperienza sociale come questa significa non rendersi conto della crisi, della paura, della precarietà che stanno divorando tutti, e a cui uno spazio come il Circolo aiuta a dare delle risposte.
Una città in comune esprime la sua massima solidarietà e tutto il sostegno all’Associazione Montemagno ed il Circolo La Corte. Chiede un impegno chiaro all’Arci e alle istituzioni locali perché la loro esperienza e sinergia possa proseguire senza interruzione.
All’Associazione Montemagno e al Circolo La Corte diamo la nostra parola: noi non vi lasceremo soli per quanto abbiamo condiviso in tutti questi anni e per quanto vogliamo fare nei prossimi.
una città in comune