Il Comitato #NoMoschea lancia un percorso culturale e avverte: “Pisa è una polveriera”

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Il Comitato #NoMoschea lancia un percorso culturale e avverte: “Pisa è una polveriera”

Prima riunione per il comitato che da qualche mese lotta contro la costruzione della moschea a Porta a Lucca: “Organizzeremo visite guidate e un dibattito sul rapporto tra Pisa e l’Islam, poi in marcia contro l’amministrazione comunale”

Un gruppo trasversale, che raccoglie voci di orientamento politico diverso. Era l’intento e sembra che il proposito sia diventato realtà dopo la prima riunione del comitato #NoMoschea che si è svolta ieri. “E’ stato un incontro molto partecipato, erano presenti una trentina di persone, non solo di Forza Italia ma anche di altri partiti come era il nostro obiettivo” ci conferma Luca Cuccu (FI), presidente dello stesso comitato che da qualche mese porta avanti la battaglia contro la costruzione dell’edificio di culto islamico nel quartiere di Porta a Lucca. “Abbiamo deciso di alzare l’asticella del dibattito e di avviare anche un percorso più culturale, organizzando prossimamente una visita guidata nei luoghi della città che trattano del rapporto tra Pisa e Islam, una tematica che vorremmo affrontare anche in un dibattito moderato da Chiara Giannini, giornalista del quotidiano Libero”. E poi, tra i progetti del gruppo, la ‘sferzata finale’: un corteo contro l’amministrazione comunale per chiedere l’ammissione del referendum sulla moschea. “Abbiamo già presentato un quesito referendario, ma il comitato dei garanti, a cui spetta il giudizio sull’ammissibilità, a Pisa non c’è, la democrazia manca da quattro anni e il nostro quesito è congelato – afferma ancora Cuccu – il sindaco Filippeschi ha deciso per la costruzione della moschea nelle sue stanze, senza il coinvolgimento dei cittadini che devono invece poter esprimersi”. Infine il dubbio: “Come può la comunità islamica spendere 5 milioni di euro per la costruzione dell’edificio di culto? – si chiede Cuccu – se i soldi arrivano dal pubblico o da paesi che di fatto finanziano l’Isis noi protesteremo, mentre se è la stessa Comunità Islamica pisana a finanziare, ci chiediamo perchè dobbiamo dare agli stranieri le nostre case popolari, quando hanno i soldi per costruirsi la moschea?”.
Inevitabile infine una riflessione sull’ultimo attacco terroristico, quello della scorsa settimana al settimanale satirico Charlie Hebdo. “Non c’è una correlazione diretta tra gli attacchi terroristici e la costruzione della moschea – afferma ancora il presidente Cuccu – noi come Occidente abbiamo però il dovere di reagire, di analizzare ciò che sta succedendo. Quello che mi spaventa è che con l’ultima strage di Parigi, gli islamici non hanno scelto un luogo simbolo o affollato come le Torri Gemelle o una metropolitana, ma hanno scelto di rispondere alle vignette di un giornale. Questo limita le nostre azioni e la nostra libertà di espressione”.
Concentrandosi invece sullo scenario pisano, con i rafforzamenti dei controlli nelle zone potenzialmente più a rischio, Cuccu evita ogni retorica. “Pisa è una città di cultura, che attira turisti e quindi è sicuramente un possibile obiettivo – conclude – quindi dico che le precauzioni prese negli ultimi giorni non solo sono dovute, ma non sono abbastanza. La nostra città è una polveriera e non sono bastati sicuramente tre servizi di ‘Striscia la notizia’ per risolvere la situazione. Al di là degli attacchi terroristici, dobbiamo dare risposte concrete ai cittadini, che devono poter uscire di casa senza avere paura”.

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