Negli ultimi quindici anni la Fondazione Pisa ha contribuito a finanziare alcuni tra i più significativi interventi di risanamento o restauro del patrimonio cittadino, tra cui le mura, l’acquedotto mediceo, la piazza delle Vettovaglie, il Bastione Sangallo, il Giardino Scotto, la chiesa della Spina e la facciata di Santa Croce in Fossabanda, per un totale di € 5.662.552. Si può quindi affermare che il Comune ha a disposizione, anche in periodi di crisi, cospicue somme, la cui destinazione però dovrebbe essere oggetto di discussione pubblica. Infatti la gestione di queste somme appare sorprendente: grida innanzitutto vendetta la perdita di oltre 1.300.000 euro già stanziati dalla Fondazione Pisa per il recupero delle mura e il restauro di Sala delle Baleari perché il Comune non ha rendicontato un precedente finanziamento della stessa Fondazione. Si tratta di una cifra rilevantissima: il 20% sul totale del finanziamento ricevuto dalla Fondazione negli ultimi 15 anni, soldi che andranno rintracciati, ancora una volta, nelle tasche dei cittadini. Come ha riferito l’ assessore Serfogli in quarta commissione, il milione e 300 mila euro perso dalla giunta Filippeschi, dovrà essere recuperato dal bilancio del comune di Pisa sottraendolo da altri possibili destinazioni e utilizzi.
Una perdita ingiustificata e ingiustificabile dovuta alla mancata rendicontazione da parte degli uffici comunali delle spese sostenute dalla Fondazione ai fini della detrazione fiscale, nonostante i numerosi solleciti verbali fatti dalla stessa Fondazione alla giunta comunale. Se si guarda poi alle singole voci dei contributi della Fondazione è difficile è capire quali siano i criteri della spesa. Ad esempio a fronte dei 400 mila euro accreditati al Comune per il restauro degli affreschi di Palazzo Gambacorti, corrisponde un finanziamento di soli 140 mila per la chiesa della Spina. Se comunque è innegabile e apprezzabile la cospicua disponibilità della Fondazione a intervenire nel settore del beni culturali, non è chiaro invece il rapporto tra gli interventi scelti e il loro costo. Ad esempio, ci chiediamo come sia stato possibile spendere 450 mila euro per il solo Giardino Scotto (escluso il Bastione Sangallo), € 3.310.000 per il recupero delle mura, € 140.000 per il recupero della facciata di Santa Croce in Fossabanda e soprattutto più di 67.000 euro per l’allestimento del Museo della Grafica a Palazzo Lanfranchi, che per lo più ospita mostre temporanee.
Tutto ciò appare interessante anche alla luce del fatto che molto spesso le spese sostenute per ogni singolo sito sono più alte e che la Fondazione Pisa ha solo integrato finanziamenti provenienti dal ministero e da altri enti; ad esempio per il Museo della Grafica Università e Comune hanno stanziato in totale 150.000 mila euro per il solo 2014 (fonte: consuntivo ufficiale del Museo).
Insomma, la confusione sembra regnare nella gestione dei fondi destinati alla cultura da parte del Comune di Pisa, e ancora una volta tutto questo si ripercuote sui cittadini.
Una città in comune