Una porta verde sul Lungarno attraverso un luogo della memoria e di educazione alla pace. E’ questo il contenuto dell’emendamento che abbiamo presentato in Prima commissione consiliare per una modifica delle previsioni urbanistiche sull’area riguardante l’ultimo rudere bellico rimasto in città, sul lungarno Galilei, appartenente al grande proprietario Pampana.
Da più di settant’anni è prevista la possibilità di ricostruire i volumi preesistenti: ma se non è mai stato ricostruito finora, e se anzi la proprietà ha dimostrato sempre incuria e disinteresse per la cittadinanza, lasciando l’area abbandonata e i ruderi pericolanti, non sarà che forse non è necessario ricostruire quel vecchio palazzo? Per quanto ancora vogliamo tenere nel degrado una tessera così importante dello splendido scenario dei nostri lungarni?
Scaricate il file con la proposta di emendamento
Il file PDF contiene la proposta di emendamento che abbiamo presentato in Prima commissione consiliare per una modifica delle previsioni urbanistiche sull’area riguardante l’ultimo rudere bellico rimasto in città, sul lungarno Galilei, appartenente al grande proprietario Pampana.
Pensiamo che in questa fase, complice la crisi, sia necessario uno scatto di creatività e fantasia da parte di chi amministra, per trovare nuove vie per perseguire il bene comune. Allora, se il privato in settant’anni non ha saputo cosa farci creando danni e disagi alla città, noi proponiamo di cancellare quella previsione edificatoria e restituire quello spazio all’utilità pubblica per creare un collegamento tra il Bastione del Sangallo – nella sua parte ancora da riqualificare lungo il vallo (ex parcheggio) dove è già prevista la realizzazione di verde pubblico – e il Lungarno Galilei. Una “porta verde” che si affaccia sul Lungarno proprio di fronte allo scalo dei renaioli, tappa turistica e meta ricreativa, e che restituirebbe, dal lungarno stesso, tutta la visuale del camminamento e del baluardo, aggiungendo una nuova meta, il parco e il bastione, al percorso turistico dei lungarni.
Inoltre, l’area rappresenta l’ultima testimonianza dei tragici fatti del ‘43, e il suo recupero potrebbe consentire la realizzazione di un vero e proprio memoriale del bombardamento della città di Pisa, che rappresenterebbe un importante elemento di cultura, memoria, didattica e nuova attrattiva turistica; trasformando così un problema in un nuova opportunità per la città.
Ad oggi, invece, l’abbandono, l’incuria e la conseguente pericolosità dei resti che affacciano sulla strada e sul marciapiede sono una evidente ferita nel paesaggio dei lungarni ma anche un problema per il quartiere circostante. Le verifiche periodiche compite dalla Asl, spesso sui richiesta dei residenti dei palazzi circostanti, hanno evidenziato più volte la necessità di derattizzazioni e disinfestazioni che il Comune di Pisa esegue periodicamente a spese dei cittadini. A questo si aggiunge che la proprietà non paga da anni il suolo pubblico per le transenne presenti sulla strada per quasi 300 mila euro, e per di più le imposte ICI e IMU relative a quel terreno non sono mai state interamente pagate dal proprietario.
E’ evidente, quindi, che siamo di fronte ad una situazione insostenibile e intollerabile in cui a farla da padrone è la rendita.
Con la nostra proposta invece, è possibile restituire finalmente alla piena fruizione un pezzo pregiato di città da decenni lasciato volutamente nell’abbandono e nel degrado, riaffermando la prevalenza dell’interesse pubblico su quello privato.
Pensiamo che sia necessario prendere atto di un vuoto ormai storicizzato, trasformarlo in un nuovo motivo di vanto per la nostra città, senza timori reverenziali di fronte al diritto alla rendita e alla speculazione i nome del quale si tengono abbandonate aree e palazzi per anni e anni in attesa di monetizzare il loro valore, senza curarsi minimamente del bene comune.
Una città in comune
Partito della Rifondazione Comunista