Dopo il muro di gomma eretto per quasi un anno dal sindaco Conti in consiglio comunale sul “cantiere della NATO” lungo il Canale dei Navicelli, nella seduta del 30 aprile in Seconda commissione di controllo e garanzia abbiamo posto la questione direttamente al nuovo presidente di Port Authority, società detenuta al 100% dal Comune di Pisa. Quanto emerso dalla commissione è scandaloso e preoccupante.
Scopriamo, infatti, che i lavori di messa in sicurezza del canale, cioè l’inserimento delle nuove palancole e il dragaggio del canale sono stati commissionati direttamente dal Governo Americano attraverso la ormai nota NSPA, la principale agenzia logistica della NATO, e non dalla NATO come evidenziato nel cartello dei lavori.
Secondo il nuovo Presidente di Port Authority Luciano del Seppia la NATO non c’entra, la NSPA, come in questo caso, può agire in autonomia. E la NSPA ha “affidato” l’incarico di progettare i lavori alla Port Authority che ha accettato dietro pagamento di poco di più di 100 mila euro. In altre parole una società di capitale e interesse pubblico si mette al servizio diretto di un paese straniero, per opere che a questo paese servono per la propria base militare, Camp Darby, e per il potenziamento della logistica di guerra e della capacità di movimentazioni armi da e per il vicino porto di Livorno.
Un fatto di una rilevanza e di una pericolosità inaudita che non è ammissibile e su cui il sindaco Conti per primo, ma anche la Regione e il Governo, devono urgentemente fare chiarezza: con quale autorità e attraverso quali accordi il governo Americano prende decisioni sul territorio italiano?
Destano inoltre preoccupazione e sono per noi inammissibili le modalità con si è svolto questo appalto: sostanzialmente Port Authority si è comportata come un qualsiasi soggetto privato che prende commissioni da terzi, una commissione di 110 mila euro per un servizio di “natura professionale”. Non solo. Secondo quanto emerso dalla Commissione, il progetto è stato poi firmato anche per gli aspetti tecnici e realizzato dal Presidente di una società pubblica, che ha messo le sue competenze al servizio del governo americano: una commistione di una gravità inaudita. In altre parole il Governo degli USA commissiona un progetto di intervento sul territorio italiano a una società di capitale pubblico italiana che ne asseconda le esigenze.
Aggiungiamo come aggravante che a fare da intermediario di tutta l’operazione c’è la NSPA, agenzia privata al servizio della Nato che ha competenze specifiche nell’ambito della logistica militare. Quindi tutta l’operazione segue un profilo di puro interesse bellico, quello americano, totalmente fuori del controllo dello stato italiano.
Abbiamo richiesto più volte in base a quale convenzione Port Authority riceve più di centomila euro dalla NSPA per realizzare il progetto di dragaggio e ripalancolatura del canale dei Navicelli, che rapporto c’è fra i lavori sul canale e il transito di armi da Camp Darby e il porto di Livorno e quale potere di monitoraggio e garanzia della sicurezza ha Port Authority su questo.
Durante la commissione di controllo nessuno di questi punti è stato chiarito. Per questa ragione abbiamo chiesto copia di tutta la documentazione intercorsa tra il Governo americano e Port Authority.
Ancora una volta grazie alla nostra iniziativa emerge con forza il ruolo del Comune di Pisa, in questo caso come anche in quello della nuova base militare, nella militarizzazione del nostro territorio.
Noi rilanciamo l’idea opposta di una città territorio e ponte per la pace, chiedendo che si vieti l’utilizzo di qualsiasi infrastruttura civile per il trasporto di armi, a partire dal canale dei Navicelli, e che si chiuda Camp Darby. Il comune di Pisa cessi di essere colonia della politica di guerra.
Ciccio Auletta – consigliere comunale Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare