Il TAR conferma: cancellare la moschea a Porta a Lucca viola la libertà di culto. Sindaco e assessori devono dimettersi

Il Tribunale Amministrativo della Toscana ha riconosciuto, con un’importante sentenza, che gli atti adottati dal Comune di Pisa contro la moschea a Porta a Lucca violano il diritto alla libertà di culto della comunità musulmana, tutelato dalla Costituzione, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Il tribunale ha così annullato l’atto di adozione della variante stadio, in cui la giunta ha voluto a tutti i costi inserire la questione moschea.

Il Sindaco e la Giunta avrebbero dovuto saperlo, e noi stessi li avevamo avvisati nei giorni scorsi, in occasione della approvazione della variante : era un azzardo procedere frettolosamente senza conoscere l’esito del ricorso al TAR. L’arrivo della sentenza dimostra sia che avevamo ragione e sia che l’approvazione dei scorsi giorni è stata una inaudita forzatura . Per non dire una mossa disperata.

Siamo felici che i giudici abbiano fatto valere il principio costituzionale della libertà di culto, restituendo ai fedeli di religione musulmana piena cittadinanza. Nel corso degli ultimi mesi abbiamo ammonito costantemente l’amministrazione a rispettare la carta costituzionale, chiedendo che l’area della moschea venisse tolta della variante stadio, senza mai essere ascoltati.

In questo modo, come abbiamo da sempre denunciato, si è anche messo a rischio il progetto di riqualificazione dell’Arena Garibaldi. Tutto perché l’azione dell’amministrazione è stata piegata a una crociata razzista e islamofoba, senza tenere in conto i veri interessi pubblici della comunità. Per questo, e solo per questo, si è usata la variante stadio contro la moschea.

La sentenza annulla l’adozione e quindi la approvazione della variante: si annuncia così anche un danno grave per la città, per il quartiere, per i tifosi che attendevano risposte e che hanno ricevuto invece propaganda e false promesse da parte del sindaco e degli assessori responsabili del procedimento. Conti e la sua maggioranza, in maniera spericolata, hanno investito tutto su questa campagna e l’hanno sonoramente persa, facendo pesare le spese legali del procedimento al TAR sulle case comunali. Insomma, l’islamofobia della Lega e di altre forze della maggioranza diventa un costo per tutta la città.

A questo punto la giunta non ha più scuse: compia rapidamente tutti gli atti dovuti per rispettare la sentenza, riconoscendo alla comunità islamica il suo diritto al luogo di culto. Dopodiché, sindaco e assessori si dimettano. Oltre a produrre un danno alla città, hanno agito deliberatamente in violazione della nostra Costituzione: non sono in grado di assolvere ai loro doveri istituzionali.

Diritti in comune: Una città in comune, Rifondazione Comunista, Pisa Possibile

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