In bilico la mozione sul Progetto Caserme, la maggioranza annuncia voto contrario

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Lo scorso giovedì si è avviata la discussione sulla mozione di iniziativa popolare che chiede il ritiro del Progetto Caserme e la riconversione della Ex Curtatone e Montanara ad usi sociali. I commenti delle forze politiche
Lo scorso giovedì il consiglio comunale ha iniziato la discussione sulla mozione d’iniziativa popolare, sottoscritta da 500 firme di cittadini residenti a Pisa. La proposta è quella del riutilizzo a fini sociali e culturali dell’ex caserma Curtatone e Montanara di via Giordano Bruno, oggetto dell’accordo di programma del 2007 fra Comune di Pisa, Agenzia del Demanio e Ministero della Difesa noto come “Progetto Caserme”. Il consiglio non ha ancora votato il testo, ma la discussione ha già fatto emergere le diverse posizioni in campo.
Il Municipio dei Beni Comuni attacca duramente l’amministrazione anche in assenza dell’esito di un voto, che con tutta probabilità, sarà contrario alla mozione. Parla di “prove di autoritarismo” e scrive: “Per il sindaco di Pisa è realistico perseverare in un progetto fermo da 15 anni che richiede 200 milioni di euro, e che allo stato attuale non ha reperito nemmeno 1 euro di risorsa. Filippeschi da una parte ignora la proposta di autorecuperare a costo zero un bene per tutta la città, dall’altra evita di ricordare che la richiesta di entrare in possesso di quel bene tramite il cosiddetto federalismo demaniale è stata respinta proprio per la testarda insistenza sul Progetto Caserme”.
Sul tema si esprime SEL, tramite la capogruppo Simonetta Ghezzani e il responsabile welfare Ettore Bucci, che chiedono la chiusura del Progetto Caserme e ricordano come i parlamentari di SEL abbiano presentato su questo argomento un’interrogazione nella IV Commissione Difesa della Camera. “I nostri parlamentari hanno chiesto, a fronte della richiesta di trasferimento a titolo gratuito della caserma dismessa al Comune di Pisa secondo le norme del federalismo demaniale, “se si ritenga ancora opportuno, vista la spending review, proseguire a Pisa quanto previsto nel protocollo sul «progetto caserme» che prevede la realizzazione di una nuova caserma da 70 milioni di euro nell’area di Ospedaletto””.
“Il Ministero della Difesa – aggiungono – ha indicato due elementi nella sua risposta: che l’accordo di programma è attualmente in una fase di stallo e che, tuttavia, il bene è ancora funzionale “alla realizzazione dei programmi di riorganizzazione dello strumento militare”. SEL si domanda quindi se la destinazione d’uso a fini militari “può ancora essere considerata una priorità a fronte di un processo effettivo di partecipazione della cittadinanza in cui si fa perno sull’uso sociale degli immobili sfitti. Il coinvolgimento del Ctp manifesta un positivo interesse da parte di quella cittadinanza attiva raccolta dall’associazionismo – scrivono – riteniamo che il Consiglio Comunale possa individuare in questa proposta una efficace priorità politica da sostenere e da confermare”.
Ricordano infine l’occupazione dell’ex caserma dell’anno scorso e la progettazione presentata alla città nelle scorse settimane, che hanno dimostrato, secondo i due esponenti, “l’effettivo interesse verso un luogo particolarmente ampio e verde posto nel centro del tessuto urbano, ragion per cui Sinistra Ecologia e Libertà ritiene doverosa la chiusura del Progetto Caserme e il superamento dell’accordo di programma a esso collegato”.
Maurizio Nerini, di Noi Adesso Pis@, nel suo intervento ricorda di aver svolto il servizio militare proprio in quella caserma, negli anni ’80: “Immersa in un bellissimo parco, nella caserma tutto era curato e pulito… vederla oggi in condizioni di degrado fa davvero arrabbiare”.
Sulla possibile conversione ad uso residenziale si esprime negativamente: “Il progetto, che già si basava su presupposti deboli e complicati, è stato falcidiato dalla crisi edilizia legata a quella economica, ma viene indicato ancora oggi come una delle colonne portanti del programma di mandato di Filippeschi”. E domanda: “L’accordo di programma sulle caserme esiste ancora o no? Dalle carte prodotte sembrerebbe di no e allora viene meno un pilastro del mandato di Filippeschi e su questo ho invitato Lui personalmente a riflettere”.
Per quel che riguarda la proposta del Municipio, Nerini si dice “non convinto del recupero ‘socialmente forzato’ proposto”, ma si trova d’accordo sul fatto che la caserma “va recuperata nel parco a verde per la città, con il restauro della palazzina comando che è una struttura di pregio e con l’abbattimento di altre strutture per recuperare volumi”.
“L’interessamento di molti cittadini per restituire alla città la caserma Curtatone e Montanara, dopo anni di abbandono, è sicuramente positivo e denota un atteggiamento attivo che non può che far bene alla comunità”. Così Patrizia Bongiovanni e Rita Mariotti, consigliere comunali a nome della maggioranza di Palazzo Gambacorti, si esprimono sulla mozione di iniziativa popolare. “Tale richiesta va d’accordo con l’azione che il Comune di Pisa da anni porta avanti con il Ministero della Difesa, perché la città si riappropri oltre che della Curtatone e Montanara, anche della caserma Artale posta in via Roma e della Bechi Luserna posta sull’Aurelia. Tutti spazi che rientrano in una strategia di valorizzazione e rigenerazione urbana che vuole rimettere a disposizione dei cittadini ampi spazi verdi e piazze, ma anche migliorare la capacità di accoglienza turistica e abitativa di Pisa”.
Sullo stallo dell’accordo di programma, le due esponenti di maggioranza parlano di “gravi rallentamenti, non certo imputabili alla volontà del Comune di Pisa”, ma la soluzione, aggiungono, “non è però così semplice come si prospetta nella mozione presentata a firma di tanti cittadini, ovvero ritirando la firma dal Progetto Caserme. Purtroppo la realtà amministrativa ha una sua logica stringente. Il Comune non può ritirare unilateralmente la firma dall’accordo, poiché si esporrebbe al rischio di un danno erariale, assumendosi una responsabilità che non è giustificata dallo svolgimento della vicenda e dai rapporti intercorsi con le amministrazioni dello Stato responsabili”.
“Per sbloccare questa situazione – concludono Bongiovanni e Mariotti – il Comune sta continuando a lavorare caparbiamente per rivedere l’accordo del 2001, per sbloccarlo e farlo arrivare definitivamente ad una conclusione positiva per Pisa. Per questo il voto contrario alla richiesta dei cittadini di ritirare la firma dal Protocollo Caserme”.

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