Inceneritori e discariche, la Regione cambia e taglia

CORRIERE FIORENTINO, pagina 8 (di Giulio Gori)
Ambiente Approvato dalla giunta il piano rifiuti, con il porta a porta previsti 1.200 posti di lavoro
Più raccolta differenziata, meno impianti. Il giallo di Selvapiana
Meno discariche, meno inceneritori, più riciclo e introduzione della raccolta dei rifiuti porta a porta anche nelle città: è il Piano regionale di gestione dei rifiuti 2013-2020, presentato ieri mattina a Palazzo Sacrati Strozzi dal governatore Enrico Rossi e dall’assessore Anna Rita Bramerini.
Il Piano, appena adottato dalla giunta regionale, passerà al vaglio del Consiglio e dovrebbe arrivare all’approvazione entro l’inizio del 2014. «Con questo strumento daremo un colpo alle discariche ha detto il governatore – e quindi sicuramente un colpo al business che ruota attorno al trasporto dei rifiuti». Ma la svolta serve soprattutto, secondo Enrico Rossi, per portare la Toscana al livello delle migliori regioni europee in termini di raccolta differenziata. Ecco gli obiettivi da raggiungere entro il 2020. Tutto il piano ruota attorno all’allargamento della raccolta porta a porta o di prossimità al 75-8o% nella regione, comprese le città. Con questo sistema, ci sarebbe più occupazione (calcolata in almeno 1200 unità), più raccolta differenziata (col passaggio dall’attuale 42,2% al 70%) e la conseguente minore necessità di ricorrere a inceneritori (da 9 a 7) e discariche (da 12 a 5). Il modello proposto è il 70-20-10 in cui oltre al 70% di differenziata, 20 sta per recupero di energia e io per conferimento in discarica.
Un bel salto in avanti se si pensa che oggi in discarica va il 42% dei rifiuti. Così, dalla riduzione degli impianti arriverebbero anche i risparmi necessari per finanziare i nuovi posti di lavoro creati dal porta a porta e dai nuovi centri di compostaggio. Tra gli altri punti del piano, c’è la gestione in proprio dei rifiuti speciali e la semplificazione degli Ato, le tre zone in cui è divisa la Toscana, che dovranno avere ciascuno un solo gestore (quindi 3 in tutto, contro gli attuali 30).
Il capitolo forse più rilevante è quello degli inceneritori: fino a pochi mesi fa i piani degli Ato ne prevedevano dieci, ma quello di Testi, a Greve in Chianti, è ormai cancellato. Dei nove rimasti nei piani, la Regione ha deciso di bloccare la riattivazione di quelli dismessi (ovvero Falascaia, a Pietrasanta, e Castelnuovo Garfagnana). A questo si aggiunge il giallo di Selvapiana, a Rufina: tra gli impianti ancora da realizzare è l’unico che abbia già conseguito tutte le autorizzazioni ambientali; ma l’inceneritore è da molti considerato troppo piccolo per essere economicamente efficiente; così da qualche mese sono iniziati i dubbi: «La decisione non spetta a noi, non possiamo cancellare col bianchetto progetti autorizzati – spiega Bramerini – ma gli enti interessati (Ato Centro, Provincia di Firenze e Comuni coinvolti, ndr) vogliono aprire un tavolo di discussione».
Del resto, la posizione della Regione è chiara: quando nel 1998 si decise di puntare su un piano dei rifiuti, fondato su tanti piccoli impianti, fu fatto «un errore».

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