Di seguito l’interpellanza al sindaco e alla giunta del comune di Pisa presentata ad agosto 2018 dal consigliere di Diritti in comune (Una città in comune – Rifondazione Comunista – Possibile)
Interpellanza: Bandi di accoglienza della Prefettura e ruolo del Comune di Pisa
Considerato che la prima accoglienza in Italia è articolata in grandi Centri Governativi (HUB, CARA, CDA, CPSA, ecc.), per 14.750 posti (al 2017), e dai Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) attivati dalle Prefetture per altri 136.978 posti(al 2017). Per i nuovi bandi sono stati chiesti dalle Prefetture italiane 178.338 e comprendono una quota che rimane sostanzialmente non utilizzata perché i numeri dei richiedenti asilo sono tendenzialmente sempre inferiori (ad esempio nel 2017 c’ è stata un’eccedenza di 50.000 di posti messi a bando rispetto ai richiedenti asilo effettivi).
Considerato che i CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) rappresentano il 90% dell’accoglienza che l’Italia garantisce ai richiedenti di protezione internazionale e si configurano come un sistema di accoglienza diffuso su tutto il territorio nazionale, attivato dalle Prefetture e gestito, attraverso l’aggiudicazione di procedure pubbliche di appalto, dal privato (principalmente, ma non esclusivamente sociale).
Tenuto conto che il 31 Luglio scade il bando emesso nel Febbraio di quest’anno dalla Prefettura di Pisa per l’accoglienza straordinaria (CAS) 2018/2019 di 1500 richiedenti asilo per la Provincia di Pisa (0,32% sulla popolazione totale).
Tenuto conto dell’analisi del bandi emessi della Prefetture italiane tra il 2017 e il 2018 eseguita da InMigrazione, una Società Cooperativa Sociale nata dalla volontà di un gruppo di professionisti impegnati nell’accoglienza e nel supporto agli adulti stranieri, nel Dossier “Straordinaria Accoglienza 2018/2019”
Tenuto conto che il bando emesso dalla Prefettura di Pisa risulta in base a questo dossier “carente” e al 79° posto su 101 bandi analizzati di tutta Italia, in quanto si ammettono strutture che possono raggiungere i 150 beneficiari, si prevedono pochi e carenti servizi alla persona e all’ integrazione (mediazione linguistico-culturale, insegnamento italiano L2, assistenza sanitaria e psicologica, assistenza legale) e non si tiene in alcun conto la professionalità del gruppo di lavoro di operatori e operatrici che vengono impiegati.
Considerato che già delle basi di partenza del bando l’accoglienza in città si registrerebbe un peggioramento sia per quanto riguarda le condizioni di vita e la dignità delle persone accolte ma anche per il territorio.
Si chiede al Sindaco e alla Giunta
quali misure si ritiene di mettere in campo rispetto al tema dell’accoglienza di modo da garantire un’accoglienza degna ed adeguata per i beneficiari che insisteranno sul territorio pisano.
Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile