IL TIRRENO PISA, pagina X
Valeria Antoni, candidata sindaco del M5S, difende le posizioni di Grillo contro la cittadinanza ai bambini nati in Italia: lo fa con una capriola retorica degna della peggior politica. Salvare capra e cavoli. Sembra l’obiettivo delle dichiarazioni di Antoni sul cosiddetto “ius soli”, cioè sul riconoscimento della cittadinanza ai bambini che, pur figli di genitori stranieri, sono nati e cresciuti in Italia. Salvare “capra” e “cavoli”: cioè tenere insieme l’impegno personale di Antoni, nota per le sue attività di volontariato con i ragazzi stranieri, e le inaccettabili posizioni di Beppe Grillo in materia di cittadinanza. «Chi si riempie la bocca di ius soli», scrive la candidata del MSS, «perché poi fa i rimpatri obbligatori anche di bambini nati in Italia? Come fai a tagliare i pulmini ai bambini in età scolare ma poi parlare di multiculturalismo?».Il riferimento è alle scelte dell’amministrazione uscente, la cui ipocrisia è ben nota. Accanto a dichiarazioni di facciata sull’«accoglienza», la giunta Filippeschi ha promosso politiche repressive, che hanno colpito proprio i bambini: si è ostacolata la scolarizzazione dei minori rom (con il taglio agli scuolabus nei campi), si sono promossi sgomberi ciechi e indiscriminati, si sono tagliate risorse alle politiche di sostegno scolastico e sociale. Antoni si chiede se tutto questo non sia frutto di ipocrisia e di “buonismo”.
Noi però giriamo la stessa domanda al Movimento 5 Stelle pisano: non è ipocrita denunciare le doppiezze altrui, per poi legittimare la negazione di un diritto? Il fatto che lo “ius soli” sia stato usato in modo strumentale e retorico, è una buona ragione per rigettare il principio in sé? Sarà bene allora chiarire di cosa stiamo parlando. Oggi la normativa sulla cittadinanza si basa prevalentemente sul principio del “sangue”: è italiano chi nasce da genitori italiani. Con questa legge, vi sono più di 700mila bambini nati in Italia, che vivono nel nostro paese e studiano nelle “nostre” scuole, ma che non sono riconosciuti cittadini. Qui si misura tutta la distanza del M5S da un’autentica cultura del diritto e dei diritti. Per parte nostra, siamo per quel principio che abbiamo chiamato “ius vivendi”, cioè per il riconoscimento dei diritti di chi vive in Italia, indipendentemente dallo status giuridico.
Sergio Bontempelli candidato di “Una città in comune” Ciccio Auletta
candidato sindaco di “Una città in comune” e Rifondazione Comunista