Fra i nuovi siti contaminati da Keu ce ne sono anche all’interno del Comune di Pisa e nel caso quanti e quali sono? E’ questa la domanda che poniamo all’amministrazione comunale, con il question time che abbiamo depositato e che verrà discusso nella seduta di lunedì 6 maggio in apertura del Consiglio comunale.
Continua così il nostro incessante monitoraggio su come è stata avvelenata la nostra Regione in questi anni, dopo che nel 2021 all’indomani dello scoppio dell’inchiesta keu inviammo una lettera a tutti agli enti pubblici del nostro territorio per avere informazioni su eventuali appalti, subappalti o forniture eventualmente dati negli ultimi 5 anni alle 3 ditte indagate nell’inchiesta Keu: Lerose, Kyterion.
In questi giorni, infatti, è apparsa la notizia confermata dalla stessa assessora regionale all’Ambiente che vi sono altri siti coinvolti dagli sversamenti, oltre i 13 già individuati nella inchiesta, in cui vi sarebbe la presenza di keu, e che sono in corso delle verifiche.
Questa notizia di possibili ulteriori aree inquinate con ceneri tossiche si aggiunge così alle migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti contaminati utilizzati illegalmente e già individuati che hanno avvelenato la nostra terra per un lungo periodo.
La cittadinanza ha diritto di sapere quanti sono questi siti e dove si trovano e di capire perché solo a tre anni dallo scoppio dell’inchiesta emerge questo possibile ulteriore inquinamento dei nostri territori.
Dovere in primo luogo della politica è dare chiarimenti e risposte ai cittadini e alle cittadine su questioni di primaria importanza sulla salute delle persone e dei territori. Operazione di trasparenza che fino ad oggi chi governa ad ogni livello, da quello livello nazionale a quello regionale, non ha fatto e continua a non fare, procedendo invece ad allentare vincoli e controlli, aumentando le deroghe e la deregolamentazione a favore degli interessi delle aziende e dei profitti privati, e facilitando così l’economia illegale e la penetrazione delle mafie.
Ciccio Auletta -Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare