Stiamo seguendo in questi giorni con partecipazione e preoccupazione la vicenda della sede della Casa della Donna di Pisa.
Non serve spendere ulteriori parole per ribadire il ruolo insostituibile di questa associazione per la città di Pisa e non solo. L’idea che la sede storica dell’associazione sia messa in vendita, oltretutto senza fornire alternative ragionevoli, è semplicemente inaccettabile.
La casa di via Galli Tassi non è solo un luogo fisico. Occupata temporaneamente negli anni ’80, ristrutturata, gestita nel corso degli anni da gruppi di donne e poi dall’associazione, la casa, anche fisicamente e per la storia, le voci, le persone che la hanno costruita, vissuta, animata, è un luogo simbolico potente, un punto di riferimento per generazioni di donne e di cittadini. Metterla in vendita non significa solo togliere genericamente la sede ad un’associazione, ma recare un danno all’identità della città.
Marco Filippeschi, sindaco della città e presidente della provincia di Pisa, si è lungamente sottratto al confronto: dopo che decine di rappresentanti istituzionali hanno parlato per anni del valore dell’azione della Casa, della solidarietà con le donne in difficoltà, dell’importanza di azioni propositive delle donne e per le donne, la Casa della Donna ha dovuto lanciare una campagna pubblica per ottenere una presa di posizione da parte della Provincia. In questa presa di posizione si dichiara che la casa di via Galli Tassi non è inserita nel piano delle alienazioni 2015-2017. E’ una buona notizia, ma non basta. L’immobile non deve essere venduto, né nel 2017 né dopo, e deve rimanere come sede della Casa della Donna
Siamo davanti, invece, ancora ad una volta ad un ente locale che vuole realizzare una vendita di patrimonio pubblico ingiustificato ed ingiustificabile. La decisione di vendere l’immobile di via Galli Tassi non è un caso isolato ma rientra in una strategia di alienazioni assolutamente fallimentare e a cui da sempre ci siamo opposti. Per quanto ci riguarda non possiamo che fare totalmente nostra la posizione dell’associazione: “Non si fa cassa con la Casa.” In una città dalle sorti magnifiche e progressive, fatta di piani PIUSS, di grandi opere, di People Mover, di Progetto Caserme, di vendite di terreni a un quarto del loro valore reale, di crediti importanti dovuti al comune da parte di grandi proprietari immobiliari, non è credibile chi sostiene l’ineluttabile esigenza economica solo per la vendita della sede della Casa della Donna.
Da parte nostra sosterremo tutte le iniziative della Casa della Donna e porteremo la questione con urgenza in consiglio comunale ribadendo che la palazzina di via Galli Tassi appartiene alla storia della nostra città. Una storia che non è in vendita.