Un danno alle casse del Comune di 4,2 milioni di euro per le fideiussioni tossiche consegnate dalla Sviluppo Navicelli negli anni passati a garanzia dei permessi a costruire che le sono stati concessi.
E’ questa la conclusione a cui è arrivata la Procura della Corte dei Conti, sulla base dell’attività istruttoria svolta dalla Guardia di Finanza, alla luce della scoperta e denuncia fatta nell’ottobre del 2015 dal nostro gruppo consiliare, anche con una segnalazione alla stessa Corte e alla Procura della Repubblica
Nel febbraio del 2009, infatti, la Sviluppo Navicelli, il cui amministratore unico era Stefano Bottai, aveva consegnato al Comune due fideiussioni della Union Credit Finanziaria SpA: una da 2 milioni e 484 mila euro, e l’altra da 2 milioni 149 mila euro (che poi nel settembre del 2012, a seguito della variante Ikea approvata dal Consiglio comunale, è stata rinnovata a 2 milioni e 266 mila euro per coprire anche i costi relativi allo spostamento del centro di raccolta dei rifiuti). Ebbene, questi documenti erano semplicemente carta straccia: la Union Credit Finanziaria Spa nel febbraio del 2009 non era una società abilitata a rilasciare fideiussioni per gli appalti pubblici, essendo stata cancellata, in quanto priva dei requisiti necessari, dagli elenchi delle società abilitate.
Siamo di fronte a un caso palese di abusivismo finanziario. A questo si aggiunge che dall’8 maggio 2009 la società finanziaria Union Credit Finanziaria SpA risultava in liquidazione. Come è stato possibile allora che nel 2012 con la variante Ikea il Comune abbia rinnovato ed addirittura esteso una delle fideiussioni di una società in liquidazione dal 27 luglio 2009?
Ma la questione che oggi ci preme sottolineare è la responsabilità del soggetto privato. E questo ha un nome e cognome. A sottoscrivere nel 2009 per la Sviluppo Navicelli SpA le fideiussioni tossiche della Union Credit Finanziaria SpA per oltre 4,5 milioni di euro, e a consegnarle in Comune, è l’imprenditore Stefano Bottai, che attualmente siede nel Consiglio di Amministrazione di Toscana Aeroporti, quale membro indicato da Corporacion America.
Lo stesso Stefano Bottai che ai vertici della Boccadarno Porto di Marina SpA deposita in Comune nel 2013 fideiussioni tossiche per quasi un altro milione di euro. Reiteratamente Stefano Bottai ha, quindi, presentato in Comune carta straccia per milioni di euro in cambio di permessi a costruire, grazie all’assoluta e sistematica assenza di controlli del Comune che, solo dopo le nostre denunce, ha iniziato a fare le prime verifiche. Ma in realtà la vicenda è ancora più grave e ancora più pesanti sono le responsabilità sia dell’imprenditore Bottai sia del Comune di Pisa alla luce di quanto abbiamo scoperto e che l’Amministrazione comunale si è guardata bene dal rendere pubblico. Infatti la fideiussione della Union Credit Finanziaria SpA prevedeva anche una coobbligazione a firma dello stesso Stefano Bottai a garanzia della validità del documento che veniva rilasciato, con cui Bottai a partire dal suo patrimonio individuale copriva il valore della fideiussione. Ebbene, la co-obbligazione non è mai stata allegata da Bottai alla fideiussione, e al contempo l’imprenditore non ha mai consegnato l’elenco dei suoi beni. Per cui, anche se la società finanziaria fosse stata regolarmente autorizzata e ancora esistente, il Comune non avrebbe mai potuto escutere questa fideiussione, poiché mancavano gli atti di co-obbligazione di Stefano Bottai. Riteniamo che Stefano Bottai debba rendere conto alla città del suo operato. A pagarne le spese non possano essere i cittadini e le cittadini.
Stiamo parlando di una somma enorme di denaro che manca alle casse comunali, tanto più prezioso in quanto viviamo in una fase di tagli agli enti pubblici e di diminuzione dei servizi ai cittadini. Non è possibile che mentre si è inflessibili con i cittadini che, colpiti dalla crisi, non riescono a sostenere spese come l’affitto e le bollette, si stendano tappeti rossi ad alcuni privati. Da parte nostra crediamo di aver fatto un servizio importante alla città di trasparenza e legalità, a difesa sia dell’imprenditoria sana che rispetta le regole, sia delle casse pubbliche del Comune: lo consideriamo il servizio minimo che la politica dovrebbe fare per la città.
Non è certo inutile ricordare, infine, che il sindaco Marco Filippeschi ebbe a definirci “sciacalli” proprio per avere fatto una segnalazione alla Corte dei Conti sulle fideiussioni tossiche. Fortunatamente, il tempo è galantuomo.
La coalizione della sinistra: Una città in comune – Partito della Rifondazione Comunista – Possibile