Le destre e il Sindaco Conti stanno portando avanti una vera e propria “truffa” sulla partecipazione dei cittadini e delle cittadine alle scelte dell’amministrazione. Lunedì, in fretta e furia, è stata calendarizata in quarta Commissione consiliare permanente la discussione sul Regolamento per l’istituzione e il funzionamento degli “organismi territoriali di partecipazione”. Si tratta di una becera manovra propagandistica, in funzione della campagna elettorale.
La verità è che, in 5 anni, la destra ha cancellato ogni forma di partecipazione, fondando la propria gestione su rapporti ad personam, evitando accuratamente ogni vero confronto con la cittadinanza. Assurdo, a un mese dalla fine della consiliatura, istituire degli organismi che non entreranno mai in vigore prima del voto, ma che condizioneranno l’operato del prossimo Consiglio comunale, costretto per statuto ad attivarli.
Il nuovo Regolamento non istituisce veri organismi di partecipazione, dotati di funzioni e di poteri specifici, ma strumenti di consenso per chi governa, definiti secondo criteri ultra maggioritari che alterano gravemente i risultati elettorali. I membri di tali organismi non saranno eletti direttamente, ma verranno cooptati: la cooptazione riguarderà anche rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, in una logica estranea al confronto sugli interessi pubblici e generali della cittadinanza.
È evidente che a Conti e alla destra non interessano né la partecipazione né, tanto meno, la costruzione di luoghi in cui i cittadini e le cittadine si organizzino per pesare sulle decisioni. A loro basta l’ascolto dei ben noti gruppi di interesse. Per questo siamo pronti a una durissima opposizione se il Regolamento non sarà ritirato, lasciando alla prossima consiliatura il compito di aprire un vero dibattito partecipato, coi tempi necessari, per riformare questi organismi.
Come Diritti in Comune riteniamo che l’apertura sistematica delle istituzioni rappresentative alla partecipazione di chi vive nel territorio sia un elemento fondamentale per la democrazia, capace di migliorare la qualità della vita delle persone e di rendere le istituzioni più trasparenti. Occorre dare vita a nuovi modi di “amministrare”, in grado di colmare la distanza tra cittadine/i e istituzioni, rinnovando le priorità della politica e il suo linguaggio così da porla realmente al “servizio della comunità”.
La nostra proposta di istituire i Consigli di quartiere, direttamente eletti e dotati di reali poteri rispetto al Consiglio Comunale e alla Giunta, e di avviare il bilancio partecipativo, in cui le priorità di spesa vengono individuate secondo criteri condivisi con la cittadinanza e con i vari quartieri, va in questa direzione. Solo in questo modo sarà possibile rimettere al centro la tutela dei diritti e dei beni comuni (naturali, materiali e sociali), invertendo l’attuale tendenza alla loro privatizzazione.
Una città in Comune, Rifondazione Comunista