La farsa del porta a porta

Sarebbe stato troppo bello che davvero la nostra Amministrazione Comunale avesse intenzioni serie su fare una raccolta differenziata decente a Pisa!! E infatti non ce le ha. Lo dimostra non solo il piano annunciato a fine novembre, che avevamo criticato per la mancanza di coraggio, ma ancora di più la clamorosa marcia indietro sulla raccolta porta a porta annunciata il 12 dicembre, con la scusa dell’aumento dei costi.

Una scusa, perché sono ormai consolidate esperienze in tutto il centro-nord Italia, anche in città di dimensioni comparabili a Pisa, che dimostrano il contrario: la raccolta porta a porta non solo fa bene all’ambiente ma anche alle tasche dei cittadini: si risparmia molto inviando meno rifiuti agli inceneritori e alle discariche, si smette di pagare l’ecotassa, e si guadagna vendendo materiali recuperati come carta, plastica, alluminio e metalli di buona qualità che vengono riutilizzati dall’industria. E si investe in occupazione: perché la raccolta porta a porta crea lavoro.

Inoltre a Pisa lo stesso assessore Sanzo ha rivelato quanto costa l’inceneritore alle tasche dei cittadini: tre milioni e mezzo all’anno di perdite di esercizio, che devono essere ripagate dalle bollette dei cittadini. Per non mettere in conto il costoso “revamping” di cui l’inceneritore ha bisogno se dovrà continuare a operare nei prossimi anni.

Si informi l’assessore Sanzo, vada a visitare Reggio Emilia o Trento, città amministrate dal suo partito, per capire come la raccolta Porta a Porta è così conveniente da aver convinto gli amministratori di quelle città a rinunciare ai loro inceneritori, diventati un peso economico oltre che una ipoteca sulla salute degli abitanti.

Oltretutto si disattendono le aspettative dei cittadini sulla base di un piano finanziario, allegato al bilancio previsionale 2014, del tutto insufficiente perché superficiale nella quantificazione dei costi e perché non tiene di conto dei benefici ottenibili dal mancato conferimento dei rifiuti all’inceneritore o in discarica. Invece, si investe in iniziative costose e inefficaci che saranno solo di facciata e che non contribuiranno ad aumentare la raccolta differenziata, come le stazioni ecologiche mobili, l’ecobonus o i cassonetti interrati.

In particolare, i cassonetti interrati costano ben 2,5 milioni di euro!!! Soldi che potevano essere spesi piu’ proficuamente investendoli in un porta a porta serio e ben fatto. Questa scelta dimostra chiaramente la volontà di non fare mai la raccolta porta a porta nel centro storico e sul litorale.

Ma noi sappiamo perché di queste scelte: perché non si vuole in realtà arrivare all’unica azione veramente razionale: spegnere l’inceneritore, un impianto vecchio, costoso e dannoso, ma che è un “asset patrimoniale” di Geofor Patrimonio SpA, società controllata dal Comune di Pisa, che evidentemente non ha alcuna intenzione di dismetterlo fintanto che sono i cittadini a pagare dalle loro tasche.

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