La Fontina, i cittadini non mollano la presa: «Ora basta cemento»

martedì
24 aprile 2018
Testata:
TIRRENO PISA
Pagina:
VII

Dopo la sconfitta al Consiglio di Stato per il “caso Bagheri” la battaglia si sposta su un’area edificabile di via de Sanctis

di Stefano Taglione

SAN GIULIANOTERME

«Sapevamo che vincere al Consiglio di Stato sarebbe stato difficilissimo, ma dovevamo provarci comunque. Ora – dopo la sconfitta contro il Comune per il progetto di Bagheri Ghavifekr – si apre una partita ben più importante. Perché nell’area fra via Metastasio e via de Sanctis, sempre accanto alle nostre case, potrebbero spuntare altre migliaia di metri cubi di fabbricati e 240 posti auto. Si tratta di uno sviluppo commerciale a nostro parere dannoso, che andrebbe a ricadere nell’area residenziale di Ghezzano: va assolutamente fermato».

Il Comitato “La Fontina, per un quartiere e un territorio vivibili” torna alla carica. Lo fa con il docente universitario Fausto Gozzi, che insieme all’associazione e ai suoi vicini di casa (l’ex sindaco di San Giuliano Corrado Rossi e Giacomo Gensini) chiede un incontro al primo cittadino Sergio Di Maio per rivedere lo sviluppo urbanistico dell’area al confine con Pisa. I residenti- secondo quanto confermato dal professore – non sono contrari alla costruzione delle villette dell’imprenditore iraniano, che ha già edificato la sua dimora e sta per vendere i terreni a chi vuole progettarne altre due, ma non tollerano che accanto alle loro abitazioni spuntino edifici pieni di uffici e negozi. E già nell’area di Bagheri – secondo quanto stabilito dal piano urbanistico – oltre ai 70 alberi che il commerciante asiatico pianterà entro fine anno e alle asfaltature, nei prossimi anni spunterà uno stabile commerciale da 430 metri quadri.

«Sapevamo fin dall’inizio che in Italia la legge non tutela di fatto il territorio, ma abbiamo voluto fare un tentativo (a nostre spese) perché siamo certi che preservare il nostro territorio dalla cementificazione e dalle speculazioni sia una causa giusta spiega Gozzi- e ciò è testimoniato dall’appoggio delle associazioni ambientaliste. Non abbiamo mai pensato, né pensiamo ora, che il Bagheri sia la nostra controparte. Lo è stato solo formalmente nei ricorsi perché così voleva la legge. Noi ci siamo sempre rapportati con il Comune perché è l’ente che ha preso le decisioni che abbiamo contestato. Così come oggi nostra intenzione è rapportarci con l’attuale amministrazione per ridurre i danni (già piuttosto seri in termini di consumo di territorio e di aumento del rischio idrogeologico) di queste decisioni passate».

Il docente ce l’ha soprattutto con la politica dell’ex sindaco Paolo Panattoni, perché è durante il suo mandato (nel 2010) che sono state approvate le contestate varianti urbanistiche, richieste già dal 2004. «Il ricorso contro la costruzione delle villette e dei 3.000 metri cubi di Bagheri, fra via Quasimodo e via Petrarca – continua Gozzi – lo abbiamo perso e la questione finisce qui. Eravamo supportati anche da Wwf e Legambiente, non eravamo soli. Ma il problema è ciò che potrebbe sorgere proprio accanto a questa zona, visto che in tutto potrebbero nascere 9.000 metri quadri di area commerciale e 320 parcheggi: gli 80 di Bagheri e i 240 potenzialmente previsti nell’area adiacente. Di Maio è un sindaco molto ragionevole – conclude Gozzi – quindi chiediamo un incontro al Comune per ridurre il più possibile gli spazi commerciali a favore delle aree verdi».

Condividi questo articolo

Lascia un commento