La Toscana non sia Zona di Guerra: Il 13 a Pisa e il 21 a Firenze. Diciamo no all’Hub della Logistica Bellica

In uno scenario di guerra globale la Toscana diventa ogni giorno più centrale nella logistica dei conflitti internazionali. Negli ultimi anni abbiamo visto una preoccupante accelerazione di questo processo di militarizzazione del territorio con il consenso bipartisan delle Istituzioni governate dal centrodestra e dal centrosinistra, che hanno avallato e sostenuto politiche strategiche di guerra compromettendo in maniera forse irreparabile il futuro della regione.

Ad opporsi in maniera sempre più decisa movimenti popolari e comitati cittadini che hanno preso sempre più consapevolezza che è necessario fermare l’economia di guerra per garantire uno sviluppo di pace e di demilitarizzazione dei territori.

Per questo sosteniamo il presidio promosso dal Movimento No Base contro la nuova sede del Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri all’interno del Parco di San Rossore e a Pontedera che si svolgerà in piazza XX Settembre, sotto il comune di Pisa, venerdì 13 settembre e il corteo che si svolgerà il prossimo 21 settembre per le strade di Firenze contro l’installazione del Comando Nato nella caserma Predieri all’interno del quartiere Rovezzano.

E’ lo stesso Ministro della difesa Crosetto che ha sottolineato “involontariamente” come le vertenze siano collegate, quando questa estate al vertice per le celebrazioni dei 50 anni della Nato ha sottolineato il ruolo determinante dei nostri reparti speciali. In particolare proprio il GIS è stato recentemente “promosso” ed abilitato per tutto lo spettro di operazioni speciali promosse dalla Nato. Le necessità del pronto intervento ha determinato la scelta di collocare la nuova sede operativa (non un semplice “centro di formazione” come ha provato a mistificare ancora negli scorsi giorni il presidente della Regione Giani, uno dei registi della operazione) nelle vicinanze dell’aeroporto Militare Galilei Galileo, dove opera l’attivissima 46 Brigata. Questa collocazione del GIS segue a pochi anni dall’installazione del Comfose, comando interforze speciali italiane proprio tra Camp Darby (base Americana) e il Cisam (futura sede del I reggimento Tuscania) e se militare chiama militare non vogliamo attendere che lo stesso futuro di militarizzazione segua la proposta del comando Nato a Firenze .
E investimento militare chiama investimenti infrastrutturali dedicati. In questi anni abbiamo assistito ai lavori di potenziamento delle vie di trasporto che collegano Camp Darby al porto di Livorno: prima i binari della ferrovia e ora i lavori di allargamento del Canali dei Navicelli. Un piano, quest’ultimo, che viene svolto in un assurdo partenariato pubblico-militare dove gli attori istituzionali (Comune di Pisa e Port Authority) invece di confrontarsi con la popolazione residente o gli attori commerciali locali si siedono ai tavoli tecnici con i militari statunitensi, lasciando che a svolgere le operazioni siano le agenzie private al servizio proprio della Nato, come abbiamo visto con NSPA e i lavori al Tombolo dock.

E’ importante sottolineare come si lasci pieno spazio decisionale alle esigenze militari, ma poi le risorse sono prevalentemente, come nel caso emblematico dei Navicelli, tolte alla cittadinanza: 100mila euro è l’investimento statunitense, 6 milioni di Euro quanto già stanziato dalla regione toscana, 30 milioni di euro quello che ha previsto il DL infrastrutture. Decreto ormai noto per aver sancito lo spostamento di 520 milioni di euro destinati all’edilizia pubblica e allo sviluppo e alla coesione sociale per la nuova base militare nel cuore del Parco di San Rossore.

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