L’«altrosindaco» che Filippeschi non ascolta

IL MANIFESTO, pagina 5 (di Riccardo Chiari)
Sulla carta non c’è partita: con la destra berlusconiana spaccata in due e i pentastellati che soffrono la mancanza di un consolidato radicamento, per Marco Filippeschi la strada sembra in discesa. Il ticandidato sindaco di Pisa, alla testa di una coalizione Pd-IdvSel-Psi, in campagna elettorale si è però fatto notare soprattutto per le sue assenze ai confronti con gli altri candidati. Ha partecipato ai due forum organizzati dai quotidiani cittadini Nazione e Tirreno. E ha snobbato il resto.
Vista l’ossessione di Filippeschi perla “legalità”, da lui declinata con la raffica di ordinanza securitarie che hanno segnato il primo mandato, era da mettere in conto la sedia vuota all’ex Colorificio liberato. Mai avrebbe messo piede nell’ex fabbrica dismessa occupata dalle trenta associazioni del Progetto Rebeldìa, dove pure il primo giugno farà tappa la Costituente dei Beni Comuni guidata da Stefano Rodotà. Ma disertare anche l’appuntamento nella istituzionale Stazione Leopolda, organizzato da un gruppo di storici ambientalisti pisani per parlare di temi caldi come il consumo del suolo e un’amministrazione giudicata troppo accondiscendente agli interessi dei privati, non trova giustificazioni. Se non il rifiuto di ascoltare le motivate critiche alle politiche ambientali e urbanistiche della giunta uscente, fatte da Valeria Antoni del M5S come da Salvatore Montano del Pdci. Soprattutto da Francesco Auletta, l’«altrosindaco», candidato della lista di cittadinanza Una città in comune e del Prc, aderente al network ideato dalla Repubblica Romana di Sandro Medici.
Sostenuto dai movimenti, dall’acqua pubblica a rifiuti zero, dai gruppi di acquisto solidale e dalle realtà lavorative più attente ad analizzare e denunciare gli effetti di una crisi che sta precarizzando e impoverendo anche la ricca e universitaria Pisa, il “rebelde” Auletta ha costruito quartiere per quartiere la sua candidatura. Con la stesura collettiva di un programma dichiaratamente in controtendenza con l’attuale amministrazione. E con la riscoperta di principi costituzionali come la funzione sociale della proprietà privata, e il riconoscimento delle comunità.
Nel loro lavoro gli attivisti di Una citta in comune e del Prc che sostengono Auletta hanno trovato l’appoggio di personaggi come Adriano Prosperi, Francesco Gesualdi ed Ezio Menzione. Nel programma sono denunciate le concessioni al partito trasversale del mattone, le alienazioni sottocosto del patrimonio immobiliare pubblico, e viene chiesto un patto per l’uti lizzo sociale dei 4mila appartamenti ufficialmente sfitti. Soprattutto dalla sinistra diffusa pisana che sosti ene Auletta è arrivato in campagna elettorale un progetto compiuto di città. Sostenuto da una visione integrata dei fattori economici, scientifico-culturali, sociali e ambientali che già esistono e che possono essere valorizzati. In alternativa all’attuale modello “privatistico” che anche a Pisa sta segnando il passo.

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